“Ricorrono, il sedici luglio, i cento anni da un drammatico episodio della Grande Guerra, una pagina dolorosa della storia nazionale e della storia calabrese nel Novecento. Esattamente un secolo fa, sedici soldati della Brigata Catanzaro furono decimati per l’ammutinamento di cui si resero protagonisti nelle ore precedenti, e fucilati davanti al cimitero di Santa Maria La Longa (Udine). Un atto di rivolta nelle fila del Regio Esercito Italiano, stremato da anni di logoramento e sacrifici nelle trincee sul fronte tra Italia e Impero Austro-ungarico. Non spetta a noi il giudizio sui fatti del 16 luglio 1917, semmai agli storici di professione, seppure va rilevato che sia acceso il dibattito in Parlamento per una proposta di legge di riabilitazione dei soldati decimati. Vero è che sia un dovere, per la Regione Calabria, ricordare i sacrifici di innumerevoli soldati calabresi che perirono o misero la vita a repentaglio nel tremendo conflitto definito da papa Benedetto XV una “Inutile strage”. In tutti i nostri comuni sono presenti lapidi e monumenti dedicati ai nostri concittadini caduti nella terribile guerra europea, si tratta di pagine di storia che hanno segnato le nostre comunità e toccato tutte le nostre famiglie. La controversa vicenda della Catanzaro, del luglio 1917, ci fornisce il pretesto per ricordare l’eroica Brigata composta da due reggimenti prevalentemente di calabresi, il 141° e il 142°. Costituita il 1 marzo 1915 a Catanzaro, la Brigata, composta da calabresi e da altri meridionali, è considerata una delle più coraggiose formazioni dell’Esercito Italiano nella Prima Guerra, tanto da meritarsi due medaglie d’oro e d’argento alla bandiera al valor militare. Il 29 maggio 1916 fu il generale Cadorna a firmare un bollettino di guerra, nel quale riconosceva il valore del 141° reggimento della Catanzaro per aver recuperato pezzi di artiglieria sul Monte Mosciagh in un’impresa rimasta epica negli annali militari italiani, fino a guadagnarsi una storica prima pagina de “La Domenica del Corriere” illustrata da Achille Beltrame e la concessione della medaglia d’oro del re Vittorio Emanuele III, il 28 dicembre dello stesso anno, con la seguente motivazione: «Per l’altissimo valore spiegato nei molti combattimenti intorno al San Michele, ad Oslavia, sull’Altopiano di Asiago, al Nad Logem, per l’audacia mai smentita, per l’impeto aggressivo senza pari, sempre e ovunque fu di esempio ai valorosi (luglio 1915 – agosto 1916)». Della ribellione della Catanzaro ebbe a scrivere, commosso, anche il poeta Gabriele D’Annunzio, in passi rimasti celebri: “Dissanguata da troppi combattimenti, consunta in troppe trincee, stremata di forze, non restaurata dal troppo breve riposo, costretta a ritornare nella linea del fuoco, già sovversa dai sobillatori come quel battaglione della Quota 28 che aveva gridato di non voler più essere spinto al macello, l’eroica Brigata “Catanzaro” una notte, a Santa Maria la Longa, presso il mio campo d’aviazione si ammutinò. […]. Di schiena al muro grigio furono messi i fanti condannati alla fucilazione, tratti a sorte nel mucchio dei sediziosi. Ce n’erano della Campania e della Puglia, di Calabria e di Sicilia: quasi tutti di bassa statura, scarni, bruni, adusti come i mietitori delle belle messi ov’erano nati. […]. Il Dio d’Italia vi riarma, e vi guarda. I fanti avevano discostato dal muro le schiene. Tenevano tuttora i piedi piantati nella zolla ma le ginocchia flesse come sul punto di entrare nelle impronte delle calcagna. E, con una passione che curvava anche me verso terra, vidi le loro labbra muoversi, vidi nelle loro labbra smorte formarsi la preghiera: la preghiera del tugurio lontano, la preghiera dell’oratorio lontano, del santuario lontano, della lontana madre, dei lontani vecchi. […]. Le armi brillarono. […] M’appressai. Attonito riconobbi le foglie dell’acanto […]. Recisi i gambi col mio pugnale. Raccolsi il fascio. Tornai verso gli uomini morti che con le bocche prone affidavano al cuor della terra il sospiro interrotto dagli uomini vivi. E tolsi le frasche ignobili di sul frantume sanguinoso. Chino, lo ricopersi con l’acanto”. Anche dopo i tragici fatti di Santa Maria La Longa, la Brigata tornò ad essere luminosa presenza nel Bollettino di guerra del Comando Supremo del Regio Esercito, nell’agosto del 1917 per lo straordinario sforzo profuso sul Carso. Il protagonismo della Catanzaro, che condensa i sacrifici e il contributo dei calabresi alla Grande Guerra, merita la commemorazione di tutti a un secolo di distanza dal conflitto, sulla cui analisi stiamo portando avanti una serie di iniziative scientifiche. La Giunta regionale ha sposato il programma dell’Icsaic, l’Istituto per la Storia dell’Italia Contemporanea dell’Unical, presieduto da Pantaleone Sergi, che abbiamo voluto rilanciare dopo anni di difficoltà, per approfondire pagine rilevanti della nostra storia e in questo caso del primo conflitto mondiale. Le iniziative in programma vedono la Brigata Catanzaro protagonista e in ottobre è previsto un momento di riflessione con storici di livello nazionale e la partecipazione delle scuole e delle autorità civili e militari. Non posso esimermi dal rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente senatore Franco Marini, guida del Comitato storico-scientifico per gli Anniversari di Interesse nazionale, che ha inteso assicurare la sua partecipazione al convegno del prossimo ottobre e che ci ha sostenuti nella nostra intenzione di scavare nella storia della Brigata Catanzaro. Inoltre, per l’occasione, con il sostegno regionale, si stanno realizzando ricerche sui diari e le carte dell’archivio dell’ufficiale della Brigata, capitano Barberio, con uno studio a cura del giovane ricercatore Unical, Giuseppe Ferraro. Tengo particolarmente a ringraziare quanti stanno collaborando a costruire le commemorazioni della Grande Guerra con la Regione, a partire dallo storico Mario Saccà, considerato in Italia il massimo esperto sulla storia della Brigata Catanzaro e sul contributo dei calabresi alla Prima Guerra Mondiale. A tal proposito segnalo l’iniziativa di un comitato spontaneo di cittadini che a Catanzaro si ritroverà giovedì 20 luglio, nella Chiesa del Carmine, nel cuore del centro storico del Capoluogo, in una cerimonia religiosa per onorare la memoria di tutti i caduti della Brigata. Importante è il progetto di realizzazione di un folder filatelico commemorativo e di cartoline che verranno distribuite da ottobre su tutto il territorio nazionale, grazie alla fattiva collaborazione di Poste Italiane, con Icsaic e Regione Calabria e per la cui illustrazione sono stati coinvolti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, a cui pure rivolgo un sincero ringraziamento. È, in effetti, proprio alle giovani generazioni che si indirizzano prioritariamente simili iniziative della Giunta regionale, volte a ricordare le pagine emblematiche della nostra storia e ad animare un dibattito nell’opinione pubblica e nella comunità scientifica, nei cento anni di un conflitto che ha profondamente inciso sugli equilibri di un mondo ancora oggi scosso da sanguinose guerre e che ci rammenta, in maniera straordinariamente eloquente, la necessità di preservare in ogni modo la pace tra i popoli e la concordia tra le nazioni d’Europa nel ventunesimo secolo”.