Nonostante un calo generale dell’export italiano nei primi sei mesi del 2024, il meridione e le isole emergono come eccezioni significative, mentre le regioni del nord Italia registrano una diminuzione nelle vendite all’estero
Nei primi sei mesi del 2024, il panorama dell’export italiano ha mostrato segnali contrastanti a livello territoriale. Un recente studio dell’Istat rivela che, mentre le esportazioni italiane nel loro complesso hanno subito una leggera contrazione (-1,1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il Meridione e le Isole sono riusciti a segnare un andamento positivo.
Analizzando i dati dettagliati, emerge che le regioni del Nord Italia hanno sperimentato una diminuzione nelle vendite all’estero. In particolare, il Nord-ovest ha visto un calo del 3,5%, il Centro del 2,3% e il Nord-est dell’1,4%. Questo trend negativo si contrappone alla performance positiva delle regioni del Sud e delle Isole, che hanno registrato una crescita rispettivamente dell’1,9% e del 7,3%.
Tra le regioni con le flessioni più marcate figurano le Marche (-41,3%), la Basilicata (-40,9%) e la Liguria (-26,3%). Il quadro generale dell’export è compensato da performance notevoli in altre aree. La Sardegna ha guidato la crescita con un incremento del 18,8%, seguita dalla Calabria (+18,0%), dal Molise (+14,2%), dalla Campania (+8,8%) e dalla Toscana (+8,7%).
In particolare, la crescita esponenziale del Sud e delle Isole può essere attribuita a due fattori principali: l’espansione delle vendite di prodotti farmaceutici dalla Campania e l’aumento delle esportazioni di prodotti della raffinazione dalla Sardegna. Questi dati indicano una resilienza significativa delle economie meridionali e insulari, in netta controtendenza rispetto al rallentamento generale osservato nel resto del Paese.
Sebbene l’export italiano nel suo complesso stia affrontando una fase di contrazione, il meridione e le isole si stanno affermando come motori di crescita, suggerendo potenziali aree di sviluppo e opportunità per il futuro.