Caro vita: la pasta e l’olio d’oliva costano sempre di più

pasta italiana
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Negli ultimi dieci anni, pasta e olio d’oliva hanno subito rincari drastici, con aumenti fino al 60%, mettendo severamente alla prova il potere d’acquisto delle famiglie italiane

Negli ultimi dieci anni, il costo dei beni di prima necessità ha subito un incremento significativo, mettendo a dura prova le tasche delle famiglie italiane. Tra gli alimenti che hanno registrato i rincari più marcati spiccano la pasta e l’olio d’oliva, due pilastri della tradizione culinaria del Paese.

La pasta, simbolo per eccellenza dell’Italia, ha visto aumentare il suo prezzo mediamente del 40% rispetto a un decennio fa. Questo rincaro è attribuibile a diversi fattori:

  • Aumento del costo delle materie prime, in particolare il grano duro, soggetto a fluttuazioni di mercato globali e a condizioni climatiche avverse nei principali Paesi produttori.
  • Crescita delle spese energetiche, che ha inciso sui costi di produzione e trasporto.
  • Inflazione generale, che ha colpito l’intera filiera alimentare.

Nel 2023, ad esempio, il prezzo al dettaglio di un pacco di pasta ha raggiunto picchi fino a 2 euro nei supermercati, una cifra che era impensabile nel 2013.

L’olio extravergine d’oliva, prodotto d’eccellenza del Mediterraneo, ha registrato un incremento ancora più pronunciato. Secondo i dati recenti, il costo medio è aumentato del 60% in dieci anni, passando da circa 4-5 euro al litro a oltre 8 euro nei casi più comuni.
Le ragioni sono molteplici:

  • Malattie delle piante e cambiamenti climatici, che hanno ridotto la produzione in diverse regioni italiane.
  • Concorrenza internazionale e una crescente domanda da parte dei mercati esteri, che hanno spinto i prezzi verso l’alto.
  • Caro energia e carburanti, che ha influito sui costi di lavorazione e trasporto.

Questi aumenti non hanno riguardato solo pasta e olio. Altri beni di prima necessità, come pane, latte e zucchero, hanno anch’essi visto una crescita dei prezzi, seppur meno marcata. Pasta e olio occupano un posto centrale nella dieta italiana, rendendo il loro aumento particolarmente pesante.

Secondo le associazioni dei consumatori, una famiglia media ha speso circa il 20% in più per l’alimentazione rispetto al 2013. Per molti, ciò si è tradotto in una riduzione dei consumi o in un cambiamento nelle abitudini di acquisto, preferendo prodotti di fascia più economica.

Gli esperti prevedono che i prezzi dei beni di prima necessità continueranno a crescere, seppur a ritmi meno sostenuti. L’unica soluzione, secondo alcune organizzazioni di settore, è quella di investire in una filiera alimentare più sostenibile, capace di resistere meglio alle crisi climatiche ed economiche.

Nel frattempo, il Governo italiano ha avviato tavoli di confronto con produttori e distributori per calmierare i prezzi e tutelare le famiglie. Le sfide restano molteplici, e il futuro appare ancora incerto.

Quello che è certo è che pasta e olio, emblemi della cucina italiana, sono diventati beni sempre più preziosi, e il loro valore, non solo simbolico, continua a crescere.

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