Un anno senza Mario Foglietti: Gianvito Casadonte lo ricorda
“Mario Foglietti era un uomo generoso e premuroso – così lo ricorda Gianvito Casadonte – Ho avuto modo di conoscerlo abbastanza bene per apprezzarne le qualità e gli indubbi meriti. Non mancava mai di ridere, di se stesso prima che degli altri, come solo i Grandi, quelli con la G maiuscola, sanno fare”.
“Mi emoziona – aggiunge Casadonte – pensare che presto inaugurerò la stagione del Politeama, il teatro che ha tanto amato e ha portato al successo. Uno straordinario onore ma, soprattutto, l’ennesima opportunità di rivolgere un benevolo pensiero a Mario. Vorrei tanto che fosse vicino a me, seduto in platea, a guardarmi, magari intento a pensare qualche efficace battuta delle sue da dedicarmi subito dopo. Ahimè, questo non è possibile, come non lo è stato effettuare un passaggio di consegne che mi avrebbe ancora di più inorgoglito. Sono certo, però, che sarà contento ugualmente nel vedere un altro catanzarese, innamorato della terra natìa, impegnato per favorirne la crescita culturale”.
Mario Foglietti: una vita dedicata al cinema e alla televisione
Mario Foglietti, nato il 25 gennaio 1936 a Catanzaro, è stato un figura di spicco nel panorama culturale italiano, lasciando un’impronta tangibile come sceneggiatore, regista, critico cinematografico e televisivo. La sua carriera, iniziata nei teatri del Ridotto dell’Eliseo alla fine degli anni ’50, è stata caratterizzata da una costante dedizione e passione per l’arte visiva.
Dal 1962, Foglietti ha cominciato a farsi un nome come critico cinematografico e televisivo, dimostrando un’acuta capacità di analisi e una profonda conoscenza del mezzo. Questo ruolo di critico gli ha permesso di influenzare il modo in cui il pubblico e gli studiosi percepivano il cinema e la televisione dell’epoca.
La collaborazione con Dario Argento nel 1971 rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera. Insieme, hanno lavorato alla sceneggiatura del film “4 mosche di velluto grigio” e all’episodio “La bambola” della miniserie televisiva “La porta sul buio”. Queste opere sono considerate pietre miliari del genere thriller e horror italiano, e la partecipazione di Foglietti ha contribuito a definirne l’estetica e il successo.
Nel 1975, Foglietti ha diretto il film per la televisione “L’uomo dagli occhiali a specchio”, dimostrando le sue capacità registiche. Negli anni successivi, ha continuato a scrivere numerose sceneggiature e copioni originali, consolidando la sua reputazione come uno degli autori più versatili e prolifici del suo tempo.
Tra le sue opere più note come regista televisivo si annoverano le miniserie “Chiunque tu sia”, “L’inseguitore”, “L’enigma delle due sorelle” e “Incontrarsi e dirsi addio”. Questi lavori, caratterizzati da trame avvincenti e una regia attenta, hanno catturato l’immaginazione del pubblico e sono stati apprezzati per la loro qualità artistica.
Oltre alla sua attività di regista e sceneggiatore, Foglietti ha anche scritto diversi libri sul cinema, contribuendo alla formazione e all’approfondimento culturale di numerosi appassionati e studiosi del settore.
Mario Foglietti è morto nella notte tra il 7 e l’8 novembre 2016, all’età di 80 anni, presso l’ospedale di Catanzaro. La sua città natale ha voluto onorare la sua memoria intitolandogli il Politeama cittadino, un gesto che testimonia l’affetto e la gratitudine della comunità verso uno dei suoi figli più illustri.
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