Riceviamo e pubblichiamo:
La nota piena di odio e di livore del mio amico Andrea Amendola (mi piace ancora pensarlo così) mi pone una attenta riflessione.
Primo: come fa un consigliere che per quattro anni non riesce a fare un intervento in consiglio comunale a scrivere così bene, quasi allo stesso livello del capo stampa del comune? Gatta ci cova?
Un silenzio tale da far sorgere a noi colleghi e ai cittadini un dubbio: le sue note stampa sono farina del suo sacco o sono ordini di scuderia di cui è orgogliosamente “portaborse” e sul libro paga di qualcuno? Ai posteri l’ardua sentenza.
Aspettiamo, ora, che tale dialettica venga trasferita anche nell’aula rossa di palazzo De Nobili, luogo deputato per il democratico confronto tra rappresentanti del popolo e dove, fino ad ora, il collega si è distinto solo per un assordante silenzio.
Secondo: la mia nota non era riferita alla singola delega (a tal proposito ci chiediamo a cosa serva una delega su un servizio che dovrebbe rientrare nell’ordinaria amministrazione) ma alle deleghe che verranno, da cui si evince chiaramente che il Sindaco è sotto ricatto dal partito di maggioranza che gli impone ruoli e mansioni, perché il vero Sindaco non è Abramo ma il capogruppo di FI.
Quello stesso partito che vede nel sottoscritto e nella sua crescita di consensi il pericolo numero uno, il nemico d’abbattere. Le mie denunce sulla mancata rotazione di dirigenti e funzionari per garantire il sistema clientelare all’interno dell’amministrazione in barba alla legge sull’anticorruzione, le mie denunce sugli incarichi gratuiti del nascituro Psc, le mie denunce contro la cementificazione di Giovino, le mie denunce contro presunte lobby che gestiscono gli incarichi tecnici professionali, le mie denunce contro presunte irregolarità nel settore urbanistico e attività economiche, le mie denunce contro il mancato rispetto del capitolato da parte della ditta Sieco, di sicuro non stanno facendo dormire sonni tranquilli a quei consiglieri del partito di Amendola che sono con le mani in pasta da anni.
Ricordo al collega, perché forse lo ha facilmente dimenticato, che fino a qualche tempo fa, insieme, piantavamo alberi, utilizzavamo le strutture pubbliche per manifestazioni e i palazzetti per comporre striscioni e coreografie e, sempre “insieme”, ospitavamo le tifoserie gemellate.
Capisco che i soldi fanno venire la vista ai ciechi però bisognerebbe sempre mantenere una certa dignità personale e non farsi comandare a bacchetta dal “Caramellaio” di turno. Non vorrei che fossero stati i miei interventi in materia di lavori pubblici o la mia querela nei confronti del gruppo consiliare di FI ad aver toccato la suscettibilità del collega. Forse, con il tempo, si renderà conto del grande favore che ho fatto a lui, al suo datore di lavoro e alla sua famiglia. Caro Andrea avrei compreso qualora tu avessi ricevuto la delega all’Ambiente e Igiene visto che da molto tempo manca l’assessore al ramo, ma una delega al diserbo e/o al posizionamento dei cassonetti non si può sentire e vedere. Per te magari sarà il massimo, ma di fatto delegittimi il ruolo del consigliere comunale già tanto bistrattato ed umiliato con l’aggravante che siamo capoluogo di Regione.
Una volta a Catanzaro si diceva “San Vitaliano pensaci tu”. Ora l’unica speranza è “San Nicola Gratteri pensaci tu” altrimenti, con questo scenario, è finita per il capoluogo.
Sergio Costanzo Consigliere Comunale