Il giudice l’aveva condannata a scontare una pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione per una rapina che aveva compiuto nel 2007; vista però l’impossibilità del marito di occuparsi dei loro 5 figli per ragioni lavorative, il tribunale aveva anche deciso che la stessa pena dovesse essere scontata in regime di detenzione domiciliare. E così Eva PASSALACQUA, donna di etnia rom classe ’84, era ai domiciliari presso la sua abitazione, sita in Viale Isonzo n. 222/Z, dallo scorso 20 dicembre.
Sempre per poter provvedere ai più elementari bisogni dei figli, come ad esempio fare la spesa ed accompagnarli a scuola, nel mese di febbraio la donna aveva chiesto ed ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro il permesso di uscire di casa ogni giorno feriale tra le 08.00 e le 10.00 e tra le 12.00 e le 14.00.
Conseguita anche questa seconda iniezione di fiducia, non aveva perso ulteriore tempo e si era riorganizzata insieme ad altri membri della sua famiglia per ricominciare a delinquere, proprio nelle fasce orarie di permesso da lei richiesto e durante il quale teoricamente avrebbe dovuto provvedere ai bisogni dei figli.
Erano infatti le 9.45 circa dello scorso 27 maggio quando un’autoradio della Compagnia Carabinieri di Catanzaro sorprende la Passalacqua, con la sorella ed altre due persone, tra cui un minorenne, a bordo di un’automobile in uscita dal parcheggio di un supermercato in Via Lucrezia della Valle; fermata la vettura, i militari si accorgono della presenza sul sedile posteriore di un paio di borse colme di vari prodotti per l’igiene personale: alla loro richiesta di esibire le ricevute di pagamento dei prodotti, le rom rispondono in modo elusivo.
Insospettiti dal loro comportamento, i militari procedevano quindi a svolgere alcuni controlli e riuscivano a ricostruire il percorso seguito dell’autovettura delle nomadi durante l’ultima ora: erano stati ben 3 gli esercizi commerciali derubati dalle due sorelle e in nessuno caso titolari e commessi si erano ancora accorti dell’accaduto.
Per tutti gli occupanti dell’automobile scattava pertanto la denuncia a piede libero per furto aggravato continuato e in concorso. Mercoledì scorso poi, alle ore 13.45 circa, un’autoradio della Compagnia Carabinieri di Catanzaro interveniva per un furto in atto presso un altro supermercato, questa volta sito in Viale Europa; lì giunti, anche grazie al sistema di videosorveglianza, individuavano in Eva PASSALACQUA, sua sorella Laura e altre 3 persone, tutte di etnia rom, i responsabili del tentativo di furto: infatti, accortisi in tempo di essere stati scoperti e dell’arrivo dei militari, i nomadi avevano fatto in tempo a disfarsi della refurtiva.
Contestato il fatto dagli operanti ai rom coinvolti nella vicenda, la PASSALACQUA andava in escandescenza, prima minacciando e poi anche aggredendo fisicamente i Carabinieri. Per lei scattava inevitabile l’arresto in flagranza per Violenza a Pubblico Ufficiale, mentre per i 4 rom accoliti la denuncia a piede libero per il tentativo di furto appena compiuto.
Entrambi gli episodi descritti erano segnalati dal Comando dell’Arma al Tribunale di Catanzaro: visto l’ultimo grave fatto, il Giudice di Sorveglianza perdeva inevitabilmente la pazienza, revocando il beneficio della misura di detenzione alternativa al carcere a Eva PASSALACQUA ed ordinando che questa fosse immediatamente tradotta presso la struttura detentiva femminile più vicina per ivi scontare il residuo della pena originariamente comminata.
E così ieri, alle ore 11.00 circa, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro, come sempre coadiuvati da quelli della Stazione di Catanzaro – Santa Maria, si sono presentati in Viale Isonzo n. 222/Z per eseguire il provvedimento. Espletati gli atti di rito, la malvivente era associata nel pomeriggio presso la casa circondariale femminile di Castrovillari (CS), presso la quale dovrà scontare oltre 1 anno di reclusione.