Catanzaro, attualmente è “una città al buio”. E sì perché non si tratta di un momento buio. Si tratta di un luogo buio. Si tratta di uno “spazio spento” condiviso da tutti, eppure amato da nessuno, o quasi.
Si vive nell’indifferenza e nel tenere gli occhi chiusi. Perché ad aprire realmente gli occhi si avrebbe di fronte uno scenario a dir poco raccapricciante. Talmente raccapricciante che si avrebbe la voglia di stare zitti.
Il Comune di Catanzaro stesso è stato luogo fatto di buio, fatto di silenzi e di sotterfugi. Un buio fattosi luce solo grazie alle riprese di qualche telecamera.
A Catanzaro è una di quelle fasi politiche in cui verrebbe voglia di pensare di poter generalizzare. Una fase in cui verrebbe voglia di dire “che fanno tutti schifo”, “che sono tutti uguali”.
Ma poi rifletti e ti rendi conto che il sistema è fatto di persone. E per cambiare il sistema, è necessario che siano presenti persone all’interno di quel sistema in grado di entrare nella consapevolezza dei fatti, per poi portarli al loro stesso capovolgimento.
Il cambiamento
Il cambiamento non si compie con gesti estremi, con lotte sanguinose. Non ho mai pensato alla violenza come alla risoluzione dei problemi di un paese, di un sistema politico.
Il cambiamento, quello vero, si compie con l’impegno quotidiano di credere e di agire nel nome del bene comune.
Per troppo tempo si è pensato di soddisfare i propri bisogni personali, o di soddisfare il bisogno di altri, solo ed esclusivamente per ottenere in cambio qualche voto.
Per troppo tempo si è pensato di poter essere padroni di un sistema che tenesse caldi i propri interessi e che tenesse lontane, “gelate”, proposte costruttive per la città.
Città che è fatta di cittadini, di persone, che chiedono poi non così tanto: giustizia, sanità, lavoro, turismo, sviluppo sociale ed economico.
Non è poi chiedere tanto
Non è poi chiedere così tanto. Queste richieste non dovrebbero essere ricercate. Non dovrebbero essere concesse in base a meccanismi di favoritismi e di clientelismo. Queste esigenze dovrebbero essere considerate non come dei bisogni, ma come dei diritti. E di conseguenza non andrebbero richieste, contrattate e soddisfatte. Ma andrebbero pretese, da noi cittadini, in quanto cittadini.
La colpa di noi cittadini
Il problema a volte è proprio quello di essere cittadini “passivi”. Si è talmente disgustati da questi meccanismi rodati nel tempo, purtroppo sempre attuali, che si è persa la fiducia nel potere del voto, nel potere della partecipazione attiva. Le piazze sono sempre più vuote, così come le cabine elettorali e sempre più piene sono invece le bacheche dei social, piene di lamentele e polemiche, spesso vuote nei contenuti.
Il Consiglio comunale si è riformato
Adesso il Consiglio comunale di Catanzaro si è riformato, ma il buio è ancora in parte impenetrabile. Perché quest’urgente convocazione della giunta comunale sembra un modo per sfuggire a proteste e dissensi che non sono invece mancati, nelle strade e nelle aule del Consiglio.
E allora qualche cittadino che ancora crede nel potere di far sentire la propria voce c’è. Qualche cittadino che crede ancora in un riscatto per la propria città c’è. Così come c’è qualche consigliere inserito all’interno di un sistema malsano che ha voglia di “curarlo”.
Luce nel buio
Questo articolo vuole essere da contrasto all’indifferenza, che spesso porta a risultati attesi e non voluti. C’è bisogno di “luce nel buio” in questa città. C’è bisogno di una “rinascita”.
La strada è ancora lunga, tempo per cambiare ancora ce ne vuole. Ma è possibile compiere questo gesto “folle e coraggioso”.
Dipende da ciascuno di noi. Non tiriamoci indietro di fronte ad ogni nostra singola responsabilità nel fare e siamo protagonisti attivi di una città che può essere luce, ma che è qui e ora solo buio.