«Sui corsi dei master di specializzazione dell’Università Magna Grecia nel complesso monumentale del San Giovanni, restano diversi lati oscuri e lavoreremo per ancora per fare chiarezza». È quanto afferma il deputato M5s Paolo Parentela, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare che ha riguardato l’accordo tra Comune di Catanzaro ed Università. «Il Ministro Franceschini – aggiunge Parentela – ha dato una risposta fumosa alla nostra interrogazione, senza chiarire nel dettaglio gli interrogativi che avevamo posto. E ad oggi a nulla sono valse le richieste di accesso agli atti ad Asp, Soprintendenza dei Beni Culturali ed Università Magna Grecia, che non hanno fornito la documentazione richiesta».
Il Cinque Stelle continua: «Nel frattempo gli specializzandi hanno iniziato i loro corsi al Campus di Località Germaneto, dove vorrebbero continuare a frequentare. Nonostante questo, l’amministrazione Abramo abbia annunciato trionfante la vicina conclusione dei lavori che consentirà agli studenti di essere trasferiti nel complesso monumentale. Questa storia somiglia sempre più a quelle classiche che la politica calabrese ci ha insegnato in questi anni, in cui i progetti contestati vengono portati avanti anche nascondendo le carte».
«Il M5s – conclude Parentela – continuerà a portare avanti la necessaria richiesta di trasparenza sulla vicenda. Non ci rassegniamo al fatto che il complesso del San Giovanni debba essere letteralmente strumentalizzato per fini elettorali senza una dovuta pianificazione di sviluppo del centro storico, anche altri immobili potevano essere utilizzati ad ospitare gli studenti. Per noi il San Giovanni rappresenta il fulcro della storia del Capoluogo di regione, per questo andremo avanti fin quando la chiarezza delle carte non ci darà la matematica certezza che sarà garantita la sicurezza degli studenti e la vocazione naturale della struttura. Quelle che per Abramo saranno aule, per noi dovrebbero ospitare un Museo sulla storia della città, visto che numerosi reperti storici restano chiusi nei cassetti della soprintendenza».