«Lo scorso 25 ottobre si è consumata in Poste Italiane, la più grande azienda pubblica del Paese, una brutta pagina delle relazioni industriali, denunciata pubblicamente dalla Cgil nazionale e dalla nostra categoria con un duro attacco a firma di Vincenzo Colla e Nicola Di Ceglie. Quello che doveva essere l’ennesimo incontro risolutivo per la definizione del rinnovo del contratto per oltre 140mila lavoratori, per volontà dell’Azienda, è saltato». Lo afferma in una nota la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria. «Finanziare – dice ancora la segreteria – e condizionare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto ormai da cinque anni, con l’ennesima riorganizzazione del recapito, è profondamente sbagliato e ingiusto nei confronti dei lavoratori, precari e non, che hanno contribuito a risanare Poste Italiane facendola diventare la più grande azienda a rete italiana di servizi.
Oltre alla parte economica e normativa, argomenti molto sentiti dalla platea dei lavoratori postali, questo rinnovo contrattuale dovrebbe fornire risposte importanti per le lavoratrici ed i lavoratori precari e part-time, secondo quanto previsto dalla piattaforma unitaria di rivendicazione. Questa rinnovazione contrattuale deve servire per ridare un minimo di perequazione sociale migliorando le condizioni economiche e normative di migliaia di lavoratori precari, sia dal punto contrattuale che reddituale, che operano presso Poste Italiane. L’ennesimo rinvio sta quindi rallentando l’esigenza di stabilità reddituale che migliaia di lavoratori part-time e con contratti a termine attendono oramai da anni».
«Alla luce di quanto accaduto – afferma ancora la Slc Cgil Calabria – avvieremo una campagna di vertenze per tutti i lavoratori precari, partendo dalle sentenze della Cassazione che ci forniscono gli strumenti per richiedere somme dovute per anni di pagamenti irregolari degli elementi retributivi dei lavoratori part-time. Pertanto le nostre strutture territoriali, da subito, saranno a disposizione di tutte le lavoratrici ed i lavoratori part-time dipendenti di Poste Italiane che vorranno rivendicare le spettanze dovute per l’errata applicazione della paga mensile che l’azienda ha perpetrato negli anni. Il nostro compito – conclude – è quello di ricercare accordi e condizioni di miglior favore per le lavoratrici ed i lavoratori, ma quando la controparte dimostra irresponsabilità e sordità alle esigenze dei rappresentati, la via giudiziaria è l’unico modo per far valere i diritti dei lavoratori».