Una notizia che in pochi aspettavamo e ci lascia attoniti: John Giblin è morto il 14 maggio 2023, una perdita significativa per gli appassionati di musica pop rock anni 80.
Il musicista scozzese, noto per i suoi straordinari contributi al basso elettrico in tante canzoni famose anche italiane, ha fatto parte del gruppo britannico dei Simple Minds.
Contributi importanti con il basso fretless e il contrabbasso.
Le sue collaborazioni con artisti di fama internazionale sono state tantissime: Peter Gabriel, Jon Anderson, Phil Collins, Alan Parsons, Roger Waters, Kate Bush, tanto per citare qualcuno. In Italia, ha collaborato con: Renato Zero, Eros Ramazzotti, Franco Battiato, Claudio Baglioni, Zucchero, Lucio Dalla, Pino Daniele e tantissimi artisti famosi. La sua bassline famosa resta comunque quella di “Perché non sei una mela” nell’album “Una giornata uggiosa” di Lucio Battisti.
Aveva anche partecipato a Sanremo nel 2018, l’edizione di Claudio Baglioni, con la direzione d’orchestra di Geoff Westley.
John Giblin: una vita dedicata alla musica
L’artista era nato a Bellshill, vicino Glasgow – in Scozia – il 28 febbraio 1952. Sul suo profilo Facebook pochi amici e pochi interventi, ma tante le foto che lo ritraggono in sequenze private come quelle con il nipotino e poi acute riflessioni sui nostri giorni nonché foto in cui lo si vede con il suo inseparabile basso.
Il musicista britannico ha sempre avuto uno stretto legame con l’Italia e con i suoi musicisti.
Si perde un vero talento capace di toccare le corde emotive del pubblico, una capacità di emozionare attraverso uno strumento importante nella struttura di una canzone.
Durante un’intervista, ha raccontato che il suo segreto nell’essere un ottimo musicista sta nella paura. La sua aspirazione è sempre stata quella di dare il massimo in ogni esecuzione in qualunque genere musicale. Il fatto che al pubblico abbia apprezzato quello che suonava lo ha sempre considerato un privilegio.
Tra l’altro, ha avuto anche la fortuna di lavorare con musicisti straordinari come Phil Palmer e Steve Ferrone.
Un’ammirazione l’aveva anche per Peter Gabriel che ha particolarmente apprezzato per i concerti di Amnesty International e quello dedicato a Nelson Mandela.
Altre collaborazioni importanti sono state con Eric Clapton, Mark Knopfler e Sting.
Ha sempre amato l’Italia e gli italiani. Ha anche dichiarato che i suoi migliori amici sono italiani.
La sua speranza sarebbe stata quella di vivere in Italia.
Grazie a Claudio Baglioni ha potuto avere un’auto e quindi ha potuto conoscere il Belpaese in lungo e in largo.
Quella esperienza la ricorda così durante un’intervista a Cronaca di Torino: «Una benedizione essere in giro con persone meravigliose nel più bel paese ed essere pagati.»
Personalmente ho un bel ricordo di quando suonò a Catanzaro. Io gli portai una dedica e fu contento di riceverla. Abbiamo avuto in seguito qualche messaggio in cui si è rivelata essere anche una bella persona, molto schivo e garbato.
Addio John, anche se i solchi dei dischi ti ricorderanno per sempre!
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