Riceviamo e pubblichiamo la nota dei consiglieri Bosco, Celia, Costanzo, Fiorita, Guerriero, Notarangelo, Riccio, Rotundo sulla vicenda del progetto di un insediamento abitativo a Caraffa
L’imminente voto per le politiche deve tenere parecchio occupato il sindaco Sergio Abramo se ancora non ha trovato tempo e modo per fare sentire la sua voce in merito alla vicenda che, con semplificazione giornalistica, sta montando come “Grassettopoli”. Invero, al momento, non sembrano sussistere i contorni di degenerazione clientelare e affaristica che usualmente accompagnano il suffisso suddetto. Piuttosto, è saggio per una volta fermarsi al significato letterale, nel senso di “città di Grassetto”, dall’impresa di costruzioni promotrice del progetto che da qui a breve, salvo risvolti ancora non prevedibili, porterà alla edificazione di una vera e propria cittadella nel territorio comunale di Caraffa, al limite della città di Catanzaro. Così come riportato da una testata online, si tratta di quasi 150 mila metri cubi di fabbricati per 300 alloggi più servizi per commerciale e terziario, a realizzare un «programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in locazione o godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata». Un intervento insediativo talmente importante che riesce difficile credere che sia venuto allo scoperto solo adesso, a progetti e accordi avanzati. Ovvero quando il progetto del 2013 ha raggiunto la ratifica dell’Accordo di Programma tra Comune e Regione nel 2014 e il decreto di approvazione del presidente della Giunta regionale nel dicembre 2015. Non vogliamo entrare nel merito del procedimento burocratico e autorizzativo sul quale, beninteso, ci sono già argomentazioni da spendere e dubbi da sollevare. Basti solo riportare che il Nucleo di Valutazione Ambientale regionale, organo interno alla stessa Regione, se ne è apertamente dissociato dal punto di vista della sostenibilità complessiva e dell’impatto antropico. Per di più, in un passo del decreto di valutazione si legge testualmente in riferimento all’intervento: «ne discende la non conformità rispetto alle previsioni dei vigenti Piani sovraordinati (Pctp e Qtrp)».
Ciò che più ci urge, allo stato delle cose, è conoscere quali sono gli intendimenti in merito dell’amministrazione regionale e dell’amministrazione comunale di Catanzaro, la quale non può dichiararsi estranea alla vicenda semplicemente perché non ne è direttamente parte interessata. Non sfugge a nessuno che un insediamento di quel volume incide direttamente sulla tenuta demografica e sulle residue chances di Catanzaro come motore dell’area centrale e capoluogo dell’intera Calabria, soprattutto in considerazione delle finalità dell’intervento stesso, mirato a offrire alloggio e servizi a personale che opera e opererà nel centro cittadino. Occorre altresì considerare i riflessi negativi che il progetto proietta sulle più volte auspicate ipotesi di connessione urbanistica tra il centro di Catanzaro e il Centro direzionale di cui Cittadella regionale e Università costituiscono il nucleo di un disegno complessivo proiettato al futuro.
Per queste ragioni auspichiamo che il Presidente Oliverio intervenga con decisione e che il sindaco Abramo si faccia interprete delle preoccupazioni riportate nonché motore di iniziative tempestive che possono fare leva sulla legittima rivendicazione delle prerogative istituzionali di Catanzaro e sui dubbi manifestati dal Nucleo di valutazione ambientale. Non c’è molto tempo, e quello che rimane, considerato che i lavori ancora non sono ancora iniziati, è molto prezioso. Le elezioni passano, sindaco Abramo. Il cemento resta.