Il capitano Carmine Gesualdo, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza, ha tenuto nelle sale del museo di Palazzo Arnone una conferenza stampa, per un resoconto delle attività svolte nell’ultimo anno. L’incontro con i giornalisti è stato introdotto dal colonnello del Comando Provinciale di Cosenza, Fabio Ottaviani
I reperti archeologici che sono stati sequestrati nel 2016 sono stati più di tremila. Ci sono poi pezzi di antiquariato, per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Anche le ultime due indagini complesse avviate nel 2015 a Vibo Valentia e nel 2017 a Crotone si sono concluse. Due ricerche che hanno consentito di costatare che la criminalità organizzata è interessata anche a questi reati, perché in Calabria il mercato è fiorente.
Nel corso di più azioni investigative recentemente condotte, sono stati recuperati migliaia di reperti frutto di scavi illegali e sequestrato numerosi beni d’antiquariato, tra cui notevoli dipinti commercializzati in Calabria, provenienti da furti in abitazione consumati in tutta Italia; pergamene rubate presso l’Archivio di Stato di Cosenza; diverse opere d’arte contemporanea false.
I reperti una volta sequestrati vanno a finire nei musei della Calabria e tutti i cittadini possono usufruire di queste bellezze.