Quando per ben tre anni abbiamo più volte sostenuto che la convenzione dell’Azienda “Pugliese/Ciaccio” con il “Bambin Gesù” avrebbe procurato solo costi, senza alcun concreto beneficio sulla riduzione della mobilità passiva, ormai divenuta insostenibile per la regione Calabria, qualcuno ebbe l’ardire di controbattere con argomentazioni che nulla avevano a che fare con una oculata gestione delle risorse pubbliche. E la nostra voce, pur autorevole, non ebbe seguito.
Leggere ora le dichiarazioni del direttore generale del Dipartimento regionale Sanità, Riccardo Fatarella, non ci sorprende. Avevamo ragione. E la nostra “voce”, comincia ad assumere ad essere più che veritiera.
Sapere da Fatarella che “l’attività svolta non ha prodotto alcun risultato in termini di mobilità passiva e che gli stessi interventi venivano già assicurati nell’ambito della Chirurgia Pediatrica del “Pugliese”, non può che farci piacere. Come in tantissime altre cose di sanità delle quali ci siamo occupati in questi anni, anche in questo caso avevamo proprio ragione. Sono i numeri a dirlo, quei numeri che ora, finalmente, sono diventati pubblici.
Altro che legittimità e trasparenza, come è stato sostenuti da alcuni! Quali interessi si celano dietro questi atteggiamenti? La convenzione è stata prorogata, a suo tempo, in base a dati resi pubblici dal Dipartimento Tutela della Salute che, tra l’altro, sono stati oggetto di numerose critiche e che hanno evidenti e grossolani errori d’interpretazione. In particolare, occorre tenere presente che le tabelle presentate vanno lette separando i DRG Chirurgici da quelli Medici, il che si rende necessario in quanto la convenzione OPBG e A.O. Pugliese-Ciaccio si occupa solo della parte chirurgica, non intervenendo in alcun modo nell’ambito dei ricoveri medici nel reparto di Pediatria dell’Azienda catanzarese. Inoltre, è da evidenziare che i ricoveri di Alta Complessità, fatti in mobilità verso l’OPBG, hanno dimostrato un trend in aumento sia in numero che in valore economico. Alla fine dei conti, l’effetto della convenzione ha prodotto un notevole sovracosto, come del resto rilevato a più riprese dall’ex Tavolo Massicci.
Già nel 2014, sul sito dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio, (sez. amministrazione trasparente) venivano riportati analiticamente i costi del personale e spese generali, suddivisi per reparto e riferiti all’anno 2013. Relativamente alla chirurgia pediatrica, i costi ammontano a circa 1.782.000, i ricavi a circa 1.520.000, con una perdita netta di circa 258.000 euro che, sommati al costo per la convenzione, che nella seduta del luglio 2013 (ad appena un anno dall’inizio della stessa) veniva certificato dall’ex Tavolo Massicci in 2.5 milioni di euro, arriva alla ragguardevole cifra complessiva di circa in negativo di € 2.800.000.
Non era già sufficiente questo dato per interrompere la convenzione? E invece no. Siamo solidali con i genitori dei bambini che rivendicano il diritto di avere cure appropriate anche a Catanzaro, ma tutto ciò non può prescindere da una equa spesa. E la spesa che attualmente affrontata l’azienda ospedaliera ci sembra davvero superi oltre i limiti il rapporto costi-benifici.
Da più parti si fa notare che l’attività operatoria svolta dai professionisti del Bambino Gesù comprende anche quella che già veniva effettuata, da sempre, nel presidio ospedaliero del capoluogo, da parte dei sanitari catanzaresi in forza al Pugliese. Nonostante ai tavoli tecnici di verifica non siano mai stati chiariti i gravi rilievi sui conti, sugli obiettivi e sull’impiego del personale. Leggiamo quindi con grande soddisfazione quanto dichiarato dal Direttore generale Fatarella.
Gli accessi ispettivi della Guardia di Finanza sull’argomento faranno certamente chiarezza su quanto speso sino adesso dal “Pugliese-Ciaccio”.