Ci ho pensato un pò, prima di rispondere al consigliere regionale Tallini, probabilmente smarrito senza i propri santi protettori Scopelliti e Caridi (ve li ricordate? Chissà che fine hanno fatto). Poi, però, a pensarci bene è necessaria qualche puntualizzazione anche per aiutarlo ad affrontare meglio la campagna elettorale per le elezioni provinciali, e anche quello che verrà dopo, con maggiore consapevolezza.
La riforma Delrio, legge di riordino degli enti locali che trasforma le Province in Aree Vaste, stabilisce che, il consiglio provinciale è un organo collegiale, di indirizzo e controllo, che propone all’assemblea dei sindaci lo statuto, approva regolamenti, piani, programmi e ogni altro atto ad esso sottoposto dal Presidente. Su proposta del Presidente, il consiglio adotta gli schemi di bilancio da sottoporre al parere dell’assemblea. Alcuni consiglieri provinciali possono ricevere deleghe particolari da parte del Presidente per coadiuvarlo nell’amministrazione dell’ente.
E’ il Presidente ad essere il perno dell’Ente, ed è per questo che la collegialità, la sinergia e la condivisione su cui poggia la responsabile amministrazione del Presidente Bruno merita apprezzamento e fiducia perché guarda al fine ultimo della gestione: l’interesse dei cittadini ad avere servizi, senza guerre intestine né questioni ideologiche che, in questo contesto così difficile dal punto di vista economico e amministrativo, danneggerebbero solo il territorio. Ma capisco bene che chi è vissuto sempre nella litigiosità e nella dietrologia, riuscendo a far fuggire a gambe levate anche dei fedelissimi, il concetto di “collaborazione per il bene comune” proprio ha difficoltà a concepirlo. Ha costretto il consigliere provinciale Montuoro, organico dalla prima ora al progetto collegiale del Presidente Bruno e affidatario di una delega, a fare marcia indietro e, probabilmente sempre più imbarazzato, costretto ad apporre la firma a comunicati ripetitivi e preconfezionati. Nella lista civica “Insieme per la Provincia” ci sono consiglieri e diversi Sindaci, espressioni di forze moderate, che dopo aver sperimentato la riuscita collaborazione con Bruno, hanno preferito prendere le distanze (come già avvenuto alle regionali) dal modello Reggio di Scopelliti&co sponsorizzato da Tallini e dai suoi sodali.
E proprio in questa ottica si possono leggere gli eventuali tentativi di una ampia coalizione “di salute civica” che allarghi le forze pronte a contrapporsi ad Abramo oltre i confini del Pd: l’unione fa la forza per sconfiggere un centrodestra consunto e datato che ha fatto il suo tempo senza migliorare la qualità della vita dei Catanzaresi. Nel leggere le cronache politiche dei giorni scorsi, non ho individuato preclusioni del Pd ad una eventuale alleanza con Ncd e altre forze civiche moderate: non lo dice l’on. Ciconte, non lo dice lo la segreteria regionale (CdC del 23/09/2016).
Lo ha detto un deputato lametino che si chiama Barbanti ma è ininfluente, perché quello che succede nel capoluogo di regione lo decideranno i catanzaresi che conoscono situazioni, equilibri e conflitti di una città che ha bisogno di un’amministrazione comunale solida, trasparente e operativa e che faccia di Catanzaro il cuore pulsante della Calabria.
Consigliere Comunale
Delegato presentatore della lista “Insieme per la Provincia”