Coronavirus, De Palma (Nursing Up): «Vogliamo la verità sui fatti di Alessandria. Si faccia luce sul contagio delle nostre quattro infermiere»
Il Presidente del Sindacato Infermieri Italiani: «Se fosse confermata la responsabilità del medico, si tratterebbe di un episodio gravissimo proprio per il ruolo così importante che questa persona ricopre all’interno del suo reparto. Ci auguriamo che l’autorità giudiziaria chiarisca i contorni di questa scabrosa vicenda»
«Le notizie che ci arrivano in queste ore dal reparto di Ginecologia dell’Ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, in merito al presunto avvenuto contagio di quattro colleghe infermiere ad opera di un medico, che nonostante la febbre e i malesseri, per giorni e giorni si sarebbe recato a lavoro, se fossero confermate sarebbero di una gravità indicibile».
Con queste parole Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, interviene sulla delicata vicenda piemontese che ancora una volta, se confermata, getterebbe innumerevoli ombre sulla sicurezza dei posti di lavoro in ambito sanitario, ma soprattutto metterebbe in luce le palesi mancanze di un professionista a cui sono affidate la sicurezza e la serenità dei pazienti.
«Come Sindacato chiediamo immediatamente all’assessore regionale alla Sanità Icardi, ma soprattutto al Ministro Speranza, di non perdersi in chiacchiere e di intervenire immediatamente per far luce sulla scabrosa vicenda. Se davvero fossero accertate le responsabilità del medico, sarebbe fondamentale che il protagonista di questi contagi fosse deferito alle auririta’ competenti, per i provvedimenti opportuni che la legge prevede. Attendiamo con fiducia che l’autorità giudiziaria e soprattutto le nostre delegazioni sindacali ad Alessandria, nonché i datori di lavoro delle colleghe interessate, si attivino per renderci edotti, senza indugio, su cosa è accaduto. In ballo non c’è solo la serenità e la sicurezza dei nostri infermieri, che ancora una volta sarebbero i primi a pagare e i primi esposti al rischio, ma soprattutto non si può escludere anche il possibile contagio di pazienti», conclude De Palma.