Sul palcoscenico una scenografia essenziale, simbolica, fatta di luci, ombre e giochi di mimo. Perché così si stimola meglio la fantasia dei bambini, la loro immaginazione che riesce a cogliere ciò che spesso gli adulti non vedono. “Il re Pepe” e“Il vestito nuovo dell’imperatore”, le due fiabe andate in scena all’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro nell’ambito della XIV edizione del Festival d’Autunno, hanno coinvolto ed emozionato il pubblico di bambini e ragazzi presenti.
Le due pièce, una tratta dalla produzione poco conosciuta ma davvero entusiasmante di Letterio di Francia e l’altra di un autore internazionale qual è Hans Christian Andersen, sono state rappresentate dal Teatro “Incanto”, diretto da Francesco Passafaro. Un appuntamento che ha bissato quello dello scorso anno e che ha voluto il direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, per divulgare tra i più giovani l’opera del fine umanista calabrese vissuto tra ‘800 e ‘900, il quale raccolse in un unico volume 61 storie tra fiabe, novelle e leggende, trascrivendole rigorosamente nel dialetto in cui le aveva ascoltate dai suoi narratori.
Uno spettacolo originale che, grazie a un dialogo costante degli attori con gli spettatori, non è mai calato di intensità, consentendo di cogliere a fondo la morale delle due fiabe: bisogna prima conoscere se stessi, rifuggire dall’egoismo, per poter instaurare rapporti sinceri e duratori con il prossimo.
«Abbiamo voluto contribuire anche quest’anno – ha spiegato Santacroce – a diffondere tra i nostri ragazzi la produzione di Letterio di Francia, un figlio di Calabria di cui poco si sa ma le cui opere hanno addirittura portato Italo Calvino a scrivere che “la sua raccolta di fiabe ha i riscontri più ricchi e precisi che si siano mai fatti in Italia”. Nel contempo, anche a causa di un imprevisto che non ha consentito all’ultimo momento di mettere in scena un’altra opera di Letterio di Francia, abbiamo inteso creare un parallelismo con il più famoso tra gli autori di fiabe, il danese Hans Christian Andersen, evidenziando i punti di contatto nel raccontare un mondo che va decodificato ma che è molto più reale di ciò che appare».
La rappresentazione ha di fatto concluso il cartellone collaterale degli eventi del Festival che ha avuto il merito di accendere i riflettori su tante tematiche di attualità che riguardano il Sud e, più nello specifico, la Calabria. Cinque appuntamenti per nulla banali che hanno evitato il rischio di offrire al pubblico riflessioni retoriche quando si parla del Mezzogiorno. Contestualizzate in uno spazio fisico di grande pregio com’è il Museo MARCA di Catanzaro, le conferenze hanno tracciato un itinerario tra scoperta del territorio, testimonianze di fede e coraggio, denunce di malcostume e storie di successo.
Protagonisti sono stati ospiti carismatici, capaci di stabilire un rapporto empatico con una platea costituita da diverse generazioni. Un obiettivo centrato – e per nulla facile da raggiungere – da parte del direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, che ha lavorato sodo per coinvolgere soprattutto i più giovani.
«E’ stato un piacere accogliere molti ragazzi e vederli così partecipi. Ritengo che la cittadinanza attiva di cui tanto si parla – ha commentato Santacroce – si possa formare dando l’opportunità agli studenti di vivere esperienze del genere, in cui il loro spirito critico può essere stimolato dalle testimonianze e dalle idee di chi ha già maturato forti esperienze di vita. Aver ascoltato don Aniello Manganiello e don Mimmo Battaglia parlare della loro fede al servizio degli ultimi; aver preso coscienza delle storture di un Sud che “deve morire” e che ha bisogno di un’inversione culturale, come ha testimoniato lo scrittore Carlo Puca; aver conosciuto da vicino il modello “Riace” come caso mondiale in tema di accoglienza degli immigrati; aver , infine, toccato con mano il riscatto di un uomo di Calabria, partito dal nulla e diventato un artista di caratura internazionale, qual è Gerardo Sacco. Tutto ciò – ha proseguito il direttore artistico – ha consentito di guardare alla nostra terra da prospettive differenti. Una regione difficile, certo, ma che può farcela a rialzarsi. E’ stato questo il messaggio finale e carico di ottimismo di una settimana di incontri che ha riscosso un notevole successo di pubblico, anche attraverso i social».
Una settimana che si era aperta con la proiezione di uno straordinario docu-film sulla Calabria bizantina, firmato dal regista Erminio Perocco. Una produzione esclusiva del Festival, un documento che ha presentato al pubblico un pezzo di storia della nostra regione per molti sconosciuto ma restituito, con grande maestria, grazie a un riuscito lavoro di équipe.
Ora il Festival prosegue con i due grandi spettacoli inseriti nel cartellone: sabato 26 novembre, al Teatro Politeama di catanzaro, l’appuntamento è con un’icona della musica italiana, Gino Paoli, che sarà accompagnato da un musicista d’eccezione, Danilo Rea. Il 5 dicembre, invece, protagonista sarà Massimo Ranieri con un nuovo spettacolo jazz dal titolo “Malìa”.
I biglietti per assistere ai concerti sono in vendita nelle rivendite Ticket Service Calabria e Ticket one, oltre che su: www.festivaldautunno.com. Per informazioni: 388.8183649