Fondazione Politeama: replica di Costanzo al direttore generale Avv. Aldo Costa

sergio costanzo consigliere comunale comune di catanzaro

Riceviamo e pubblichiamo:

In quella che il Direttore generale della Fondazione Politeama, avv. Aldo Costa, chiarisce essere l’ultima sua replica alla mia interrogazione indirizzata, ripeto,  al Sindaco presidente, e non a lui dipendente, non trovo margini di chiarezza alla mia interpellanza. Comincio col dire che ho un sonno pesante perché vado a letto sereno, sicuro che durante il giorno ho fatto a pieno il mio dovere. Mi sento come il  principe di Condé,  che nei Promessi sposi Manzoni descrive così: “Dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi perché aveva già dato tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina”. Evidentemente la mia ironia alla sua minaccia non  è stata letta nel giusto verso.  Così come non è stata interpetrata  la mia affermazione.

Se tagli ci sono stati, e da quanto mi confermano ci sono stati, perché colpire i dipendenti, nel silenzio assordante dei sindacati, assunti con un regolare contratto di lavoro, e non si è partiti con un taglio delle indennità del management della Fondazione? Penso che se si fosse agito in questa direzione sarebbe stato un gesto apprezzabile, di equità sociale, oltre che ragionevole, anche perché non avrebbe inciso più di tanto sui  bilanci familiari dei componenti del management, mentre aver tagliato(?) gli stipendi dei dipendenti, significa proprio  aver “rubato ai poveri per dare ai ricchi”. Il Direttore  mi risponde: “Ma Costanzo, da novello Robin Hood, farnetica su chi ha “rubato ai poveri per dare ai ricchi”. Chi di noi due è stato il vero Robin Hood nella vicenda?  Altro passaggio chiarificatore è quello sulle decurtazioni dei dipendenti. Scrive l’avv Costa: “ l’iniziale riduzione dell’orario di lavoro dei dipendenti, tra l’altro limitata ad un anno tenendo conto anche delle effettive giornate lavorative del teatro, è stata compensata con lavoro straordinario, in occasione delle varie manifestazioni che si sono tenute presso la struttura, che ha sostanzialmente consentito ai lavoratori di mantenere lo stesso livello di retribuzione”. Quindi, da quanto capisco non essendo esperto nel settore, come invece sostiene di essere l’avv Costa, che sottolinea: “E’ ovvio che simili incarichi, con le predette, modeste retribuzioni che interessano tutto il management, si accettano solo se c’è una grande passione per un campo, quello delle attività culturali, probabilmente sconosciuto a tanti che dovrebbero pur comprendere che non ci si può occupare di tutto in mancanza delle necessarie esperienze” gli stipendi sono stati tagliati e la decurtazione è stata assorbita dal lavoro straordinario. Bella soluzione. Si fanno lavorare i dipendenti, fuori il proprio orario di lavoro, per “fare quadrare” lo stipendio. In altri termini si sfruttano i lavoratori approfittando della pesante crisi del lavoro in Italia e da noi in particolare. La chicca mi è stata riservata nel giustificare il suo  “modesto compenso di 30 mila euro”,  avendo risanato una Fondazione “che era ad un passo dalla liquidazione e soltanto la passione e l’amore per il teatro mi hanno convinto ad accettare l’impossibile scommessa”. A che prezzo è stata risanata ? Con i contributi che gravano sul bilancio comunale e sulla modestia dei cartelloni delle stagioni artistiche ? Come mai il teatro non ha prodotto nulla di suo come è stato fatto in precedenza ? Comunque ho chiesto verbali e  bilanci al Sindaco e potrò avere certamente risposte più convincenti di quelle finora fornite dal Direttore generale. Infine l’affermazione “una Città senza teatro e senza cultura sia più facile da conquistare” cade a pennello perché se come afferma  il teatro Politeama l’ha creato lui nel 2002 significa che ha lavorato così bene  tanto che Catanzaro  è quasi sempre stata appannaggio dei suoi amici. E con questo sono io a chiudere e a non replicare.                                 

Sergio Costanzo (consigliere comunale Catanzaro)