I “Luoghi del Cuore”: i luoghi a oggi più votati in Calabria

Luoghi del Cuore, Abbazia_di_Santa_Maria_del_Patire, Rossano (CS)
Luoghi del Cuore, Abbazia di Santa Maria del Patire, Rossano (CS)

I Luoghi del Cuore: il FAI e Intesa San Paolo per il futuro della bellezza italiana

“Luoghi del Cuore”: a oggi il luogo in Calabria al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è il Complesso Monastico Basiliano di Santa Maria del Patire a CoriglianoRossano (CS), situato su un pianoro tra due vallate e immerso tra i boschi dell’ultimo lembo della Sila Greca.

Si trova a ridosso dell’Oasi Naturalistica dei Giganti di Cozzo del Pesco e si affaccia sulla Piana di Sibari e quindi sul Mar Ionio. Detto anche Pathirion, è un edificio dell’inizio del XII secolo, che presenta i caratteri dell’arte basiliana con decorazioni a tarsie marmoree policrome. Fu eretto grazie all’iniziativa del beato Bartolomeo da Simeri e alle donazioni di alcuni baroni normanni. Era uno dei più importanti monasteri basiliani della regione, ma del complesso primitivo resta ben conservata soltanto la chiesa.

Fu per secoli un luogo di preghiera, ma anche un centro culturale tra i più qualificati e rinomati del Sud, con una ricca biblioteca e uno scriptorium in cui i monaci amanuensi trascrivevano, conservavano e trasmettevano la
sapienza greco-romana-pagana e quella cristiana.

A candidare il complesso al censimento 2020 è stato il comitato “Communia – Rigeneriamo il Patire”, per favorire la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale del territorio. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.

Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore (CZ)

A seguire l’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore (CZ), che con i suoi circa 17.000 abitanti è il più vasto e popolato centro abitato della Sila, all’interno dell’omonimo Parco nazionale, nonché il più popolato comune italiano oltre i 1.000 metri di altitudine.

L’abbazia, edificata nel 1215, rappresenta la struttura fondativa del capoluogo silano. Il complesso abbaziale, più volte rimaneggiato nei secoli, presenta comunque un aspetto prossimo a quello originale. Dal portale archiacuto si accede all’unica grande navata; l’abside quadrangolare presenta un tema di trafori che illumina lo spoglio interno.

Lo splendido altare barocco in legno dorato fu realizzato nel 1740 dall’ebanista roglianese G.B. Altomare. In una navatella laterale sono esposte litografie del Liber Figurarum, raccolta di teologia che illustra il pensiero di Gioacchino da Fiore, di cui l’abbazia custodisce le spoglie.

Il luogo è inserito nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”. Sono giunti molti voti anche per il Sentiero del Brigante a Santo Stefano in Aspromonte (RC), grazie all’attivazione del “GEA – Gruppo Escursionisti dell’Aspromonte” che ne cura la manutenzione e per il quale desidera una maggiore conservazione e promozione turistica.

Inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MIBACT, il percorso si sviluppa per circa 130 km tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il
Parco Naturale Regionale delle Serre. Partendo da Gambarie, si snoda lungo la linea di crinale fino alle Serre Calabre consentendo all’escursionista di concludere il suo cammino nella medievale Stilo, dove si trova la Cattolica, valorizzata da un innovativo sistema di illuminazione grazie al finanziamento “I Luoghi del Cuore” a seguito di un passato censimento.

La sua denominazione è chiaramente evocativa e legata alle vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale, tant’è che lungo il sentiero si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di ribelli e briganti, tra cui lo schiavo ribelle Spartaco, che tentò di risalire la penisola per conquistare Roma; il celebre Nino Martino, che nel XVI secolo soggiornò a lungo in Aspromonte, feroce ma generoso con i deboli, e Giuseppe Musolino, l’ultimo dei briganti, detto “U’
re i l’Asprumunti”.

Il sentiero rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.

Torre Cavallara (CZ)

E ancora la Torre Cavallara di Catanzaro risalente al XVII secolo, adagiata su una collina a pochi passi dalla costa ionica catanzarese e inserita in un ampio sistema di strutture di avvistamento edificate lungo tutta la costa.

Eretta a scopo di difesa contro le invasioni saracene, è a base quadrangolare ed è detta “Cavallara” perché ospitava al piano terra i cavalli utilizzati per le comunicazioni veloci in caso di pericolo.

L’accesso al piano superiore avveniva tramite scala esterna con ponte levatoio. Il comitato “Amici della Torre Cavallara”, composto da diverse associazioni del territorio, ne auspica la ristrutturazione e una migliore accessibilità.