L’EDITORIALE
Questa che sto per raccontarvi è una bellissima storia di speranza e solidarietà che dimostra come la mobilitazione istituzionale e mediatica possa portare a risultati positivi. Grazie agli sforzi congiunti di diverse persone e organizzazioni, è stato possibile rintracciare il padre del piccolo Cisse, il bambino della Costa D’Avorio di 5 anni che era sbarcato da solo al porto di Corigliano il 15 luglio scorso. L’uomo ivoriano si trova in Francia e ha espresso tutto il suo desiderio di poter subito raggiungere e riabbracciare il suo bambino, che si trova presso la famiglia di un bravo ispettore di polizia che lo ha preso in affido provvisorio.
La Calabria ha scritto una nuova bella e significativa pagina di solidarietà e accoglienza, dimostrando che la collaborazione tra le istituzioni e le organizzazioni può portare a risultati straordinari. Resta ora da rintracciare la mamma del piccolo, ancora prigioniera in Libia in un campo lager. La speranza è che anche lei possa presto riunirsi con il suo bambino e il suo marito in Italia. Questa storia ci ricorda che ogni bambino ha il diritto di crescere con i propri genitori, e che dobbiamo tutti lavorare insieme per proteggere e promuovere i diritti umani di tutti i bambini e le famiglie.
Cosa ci insegna questa storia?
Questa storia ci insegna l’importanza della solidarietà e della cooperazione tra le istituzioni e le organizzazioni per la protezione dei diritti umani dei bambini e delle famiglie.
Dimostra anche che la mobilitazione mediatica può avere un impatto significativo nel trovare soluzioni positive per situazioni difficili e complesse come quella del piccolo Cisse.
Inoltre, la vicenda sottolinea l’importanza di garantire il diritto di ogni bambino di crescere con i propri genitori e l’impegno per la protezione dei diritti dei migranti. Infine, ci ricorda che ogni gesto di solidarietà, per quanto piccolo possa sembrare, può fare la differenza nella vita di una persona.