S’intitola “Il seme” il secondo album della christian rock band Kantiere Kairòs. Il nuovo disco verrà presentato il 28 dicembre alle ore 20.45 presso il Teatro di tradizione “Alfonso Rendano”, nel centro storico di Cosenza (Piazza XV Marzo). Il gruppo sarà accompagnato in 3 pezzi dall’orchestra d’archi del Liceo musicale “Lucrezia della Valle”; al concerto interverranno anche Dino Garrafa, presidente di Teatro Zero, e alcuni ospiti delle cooperative onlus Prosper e Arca di Noè di Vadue. Fra i 14 brani “Un passo oltre”, inno della 37a Marcia francescana conclusasi lo scorso 2 agosto ad Assisi; “Rossomare”, invocazione alla pace universale; “Dove respiro”, che cita le 3 “parole-chiave per la convivenza “permesso, grazie, scusa” più volte richiamate da papa Francesco; “Natuzza”, sulla serva di Dio di Paravati; “Siamo nati”, dedicato a Chiara Corbella Petrillo, di cui in primavera verrà aperta la causa di beatificazione a Roma.
«Il seme per eccellenza è il simbolo di qualcosa che muore e, morendo, dà frutto rinascendo con una nuova forma. E nel nuovo disco il tema principale è proprio la dinamica morte-rinascita – spiega Jo Di Nardo, chitarrista del gruppo –. In questi due anni di tour e concerti, ci siamo sempre detti che anche solo una persona presente poteva fare la differenza: non sapevamo se quel seme buttato poteva germogliare dopo un giorno, una settimana, un mese o forse più. Quindi l’importante era ed è seminare: il seme è spinto dal soffio (in continuazione con il titolo e il filo rosso del primo disco) dello Spirito che dona la vita e soffia anche la Parola in noi, che a sua volta diventa seme e prima o poi germoglierà». Nella tracklist «vogliamo parlare di Gesù, del suo messaggio, del Vangelo, di sua Madre. Al tempo stesso, in un discorso di evangelizzazione attraverso la musica, ci rivolgiamo non solo agli “addetti ai lavori” ma a tutti: ai giovani che si sono allontanati dalla Chiesa, a chi non crede», aggiunge il chitarrista, che sottolinea le cifre stilistiche di questo nuovo lavoro, in continuità con il precedente cd: «Un rock abbastanza british, molto contaminato dall’elettronica».
“Un passo oltre”, inno della 37a Marcia francescana di quest’anno, «racchiude un po’ tutte le tematiche del disco, cioè il fatto che la prospettiva può cambiare e quindi ogni cosa può assumere un significato differente in base all’angolazione da cui la guardi. Anche il peccato, paradossalmente, può essere un nuovo inizio (quello che cantavamo già ne “Il Soffio”), perché solo cadendo ci rendiamo conto di essere dei poveri che nella situazione di difficoltà chiedono aiuto a un amico, a un famigliare, a una persona che passa, al Padre; in fondo, ciascuno di noi lo fa quasi istintivamente – fa notare Jo Di Nardo –. La caduta come nuovo inizio è l’idea di fondo contenuta anche in “I soliti errori” e in “Dove respiro”, rivisitazione della parabola del Figliol prodigo, per fare solo un cenno ai nuovi brani».