Quando un’amministrazione comunale viene sciolta per infiltrazione mafiosa significa che le scelte di governo del territorio non sono state libere, democratiche e nell’interesse collettivo, significa che i mafiosi hanno deciso atti pubblici importanti e i cittadini onesti sono stati le prime vittime di un sistema illegale e colluso. La decisione del Consiglio dei Ministri impone riflessioni sulle azioni di tanti, ma non di tutti. Occorre chiarezza sulle responsabilità dell’amministrazione, ma occorre anche una politica che abbia davvero a cuore il bene comune, senza dimenticare che la politica, per essere migliore, ha bisogno della responsabilità e dell’impegno di ciascuno di noi, di cittadini, amministratori che credono e vogliono una politica sana.
In questi anni Libera Catanzaro ha sperimentato sui territori di Lamezia, di Petronà e di Cropani (altro comune sciolto l’estate scorsa) pratiche di legalità democratica con le associazioni e le cooperative oneste, con le scuole del territorio, camminato al fianco dei familiari delle vittime di mafia alla ricerca di verità e giustizia, consapevole di operare su territori storicamente difficili che cercano comunque, il riscatto, soprattutto nelle nuove generazioni.
E se è vero che le leggi non sono sufficienti ad evitare situazioni di infiltrazioni, riteniamo indispensabile – in linea con i valori che da sempre caratterizzano e guidano le nostre attività ed iniziative territoriali – che vi sia un cambiamento ed un’educazione culturale al riguardo, che spinga i cittadini a ripugnare atteggiamenti collusivi con la mafia in un’ottica di condivisione ed obiettivo comune.”