Secondo il prestigioso Sole 24 Ore, in Calabria la massoneria riesce a raccogliere molti adepti. Infatti, secondo il giornalista Roberto Galullo pare che in Calabria ci sia un massone ogni 290 abitanti.
Il GOI si riunirà a Rimini il 14 e il 15 aprile prossimi per celebrare la Gran Loggia Unita di Inghilterra nonostante le polemiche non solo italiane, ma anche a livello internazionale.
In occasione dell’evento, il giornale titola: “Massoneria, record in Calabria: un fratello del Grande Oriente ogni 290 abitanti.“
E prosegue: “La Calabria torna ad essere la punta di diamante del Grande Oriente d’Italia (Goi), la maggiore obbedienza massonica italiana.
Come ogni anno il Goi sta per riunirsi a Rimini (14 e 15 aprile) per celebrare la Gran Loggia e lo fa con la consapevolezza che gli iscritti crescono di poco (22.418 a fronte dei 22.956 del 2019, anno di massimo splendore nell’ultimo decennio) e che la Calabria e la Sicilia – più di altre regioni – non tradiscono mai le attese.“
‘Ndrangheta e Massoneria, un rapporto cresciuto negli anni o un fatto fuorviante?
Facendo un passo indietro, esattamente a marzo del 2013, Pantaleone Mancuso durante un’intercettazione ambientale disse: «Adesso la ‘ndrangheta fa parte della Massoneria, diciamo è sotto la massoneria. Ha però le stesse regole!… La ‘ndrangheta non c’è più è rimasta la massoneria e quei quattro storti che ancora credono alla ‘ndrangheta!…»
Già negli anni 70, la ‘ndrangheta ha avuto degli scambi con quella definita “la massoneria deviata“. Si trattava soprattutto di voto di scambio, quindi un interesse tra le stanze dei palazzi.
La massoneria faceva da tramite con le istituzioni.
Questo nuovo modo di agire della ‘ndrangheta sembra sia stato voluto da Don Mommo Piromalli, mentre altri boss come Domenico Tripodo e Antonio Macrì restavano contrari a stabilire contatti con le istituzioni; per rispettare le tradizionali regole del codice mafioso per cui la mafia calabrese non dovesse affiliarsi ad associazioni esterne. Piromalli fonda così la “Santa” attraverso la quale è invece possibile entrare in contatto con altre organizzazioni come la massoneria.
Nel 1992, ci fu la cosiddetta “inchiesta Cordova“, a condurla fu il Procuratore di Palmi Agostino Cordova. Cordova dispose perquisizioni nelle sedi del Gran Oriente d’Italia che arrivarono a far dare le dimissioni del Gran Maestro. In seguito, il procuratore fu spostato a Napoli e l’inchiesta fu definitivamente archiviata nel 2000, senza imputazioni nei confronti dei massoni.
Nel 2019, si conclude l’operazione Rinascita Scott che portò all’arresto di 334 persone, soprattutto nella provincia di Vibo Valentia. Tra gli arrestati ci sono anche dei politici come Giancarlo Pittelli e altri esponenti della massoneria.
Il 17 marzo 2023 il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria dispone la revoca della misura domiciliare, Pittelli torna in libertà.
Il dottor Giuseppe Lombardo, magistrato, al festival Trame a Lamezia, avrebbe dichiarato invece: “Il rapporto tra la ‘ndrangheta non è un rapporto tra la componente mafiosa e la componente massonica regolare o universalmente conosciuta. Nel momento in cui si parla di componenti massoniche in contatto con le organizzazioni mafiose si parla di componenti che vivono di logiche massoniche, ma non possiamo assolutamente in alcun modo pensare che le massonerie siano un sistema che entra a far parte delle organizzazioni di tipo mafioso. Questo è grave e fuorviante. Non serve al contrasto alle mafie”.
14 luglio 1970. Lo “scippo” del capoluogo che incendiò Reggio Calabria