Il miele cotto di fichi: guida completa alla preparazione di una prelibatezza calabrese, dalla raccolta dei fichi alla creazione di un dolce tradizionale per le festività
Nel cuore della Calabria, una tradizione gastronomica affascinante e antica si perpetua attraverso il tempo: il miele cotto di fichi, conosciuto in dialetto calabrese come “milazzu” o “melicotto”. Questa prelibatezza, che si ottiene mediante una lunga e meticolosa cottura dei fichi, è una delizia che incarna l’essenza della cucina regionale, portando con sé non solo un sapore unico ma anche un legame profondo con la cultura e le festività locali.
Il miele cotto è una glassa densa e saporita, preparata attraverso un procedimento che, sebbene richieda tempo e pazienza, può essere realizzato comodamente a casa. Per ottenere un litro di questo dolce nettare, si parte da circa 5 kg di fichi freschi e 5 litri di acqua, con l’aggiunta di zucchero a piacere. Il processo inizia con la schiacciatura dei fichi, che vengono poi cotte insieme all’acqua fino a ottenere una purea. Questa viene successivamente filtrata per separare il liquido dalla polpa, e il liquido risultante viene ridotto a fuoco lento fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Il miele cotto di fichi trova la sua principale applicazione nei dolci natalizi calabresi. Tra le preparazioni più celebri ci sono i “turdilli”, dolci glassati con il miele cotto, e i “mostaccioli” e “susumelle”, che arricchiscono la tavola durante le festività. Inoltre, una specialità invernale particolarmente ricercata è la scirubetta, una granita preparata con neve fresca e miele cotto di fichi, un vero e proprio ricordo d’infanzia per molti calabresi, anche se oggi la neve è diventata un lusso raro nella regione.
Nonostante il processo di preparazione possa apparire complesso, con i giusti strumenti e una dose di dedizione, è possibile ottenere un miele cotto di fichi che conserva tutto il calore e il sapore della tradizione calabrese. Dopo la cottura, il miele viene conservato in vasetti sterilizzati, dove può durare per mesi, regalando un assaggio di Calabria anche lontano dalle festività.
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