La ‘Ndrangheta, organizzazione criminale di origine calabrese, ha radici profonde nella regione meridionale italiana ed è nota per la sua pericolosità e la sua estesa rete di attività illegali. Una delle cosche più temute e influenti della ‘Ndrangheta è la ‘ndrina Abbruzzese, che ha operato principalmente nelle città di Cassano allo Ionio e Corigliano Calabro, nella provincia di Cosenza. LEGGI ANCHE: Cosenza, 68 arresti e sequestro di beni per 5 milioni di Euro
La storia della ‘ndrina Abbruzzese inizia a emergere alla fine degli anni ’90, quando iniziano ad assaltare furgoni portavalori. Il soprannome “zingari”, derivante dall’etnia Rom di alcuni membri della cosca, evidenzia la loro inclinazione per tali attività criminali. Uno dei primi a fornire informazioni sul loro coinvolgimento nel sistema criminale della ‘Ndrangheta calabrese è stato il pentito Franco Bevilacqua. Bevilacqua rivelò come alcuni membri della cosca fossero stati battezzati come picciotti e avessero ricevuto incarichi di camorrista e sgarrista.
La ‘Ndrangheta richiedeva il coinvolgimento di elementi delle ‘ndrine locali negli assalti, e in cambio, le ‘ndrine avrebbero dovuto partecipare ad altre attività criminali su richiesta del clan Abbruzzese. Un personaggio chiave in questo periodo era Vittorio Marchio, che fino alla sua morte nel 1999 svolse un ruolo centrale nelle estorsioni perpetrate dal clan.
Nei primi anni 2000, la ‘ndrina Abbruzzese fu coinvolta in una faida con le ‘ndrine di Cosenza, che durò dal 1999 al 2001. La faida fu causata dalle ambizioni espansionistiche del clan Abbruzzese, che cercava di ottenere l’affiliazione con altre ‘ndrine. Le famiglie cosentine resistettero a tali richieste, portando gli Abbruzzese a coinvolgere le famiglie di Cirò e Corigliano Calabro e a tentare di far ricadere la colpa sulla città di Cosenza. La guerra si concluse nel 2001 con l’arresto di Franco Bevilacqua a Gioiosa Ionica, il quale successivamente decise di collaborare con le autorità.
Nel 2009, l’operazione Timpone Rosso portò all’arresto di diversi presunti affiliati alla cosca Abbruzzese, inclusi importanti membri come il presunto boss Francesco Abruzzese, soprannominato “Dentuzzo“.
Gli anni 2010 furono caratterizzati da eventi significativi legati alla ‘ndrina Abbruzzese. Nel 2012, Franco Bruzzese, presunto capo del clan degli “zingari”, fu arrestato a Cosenza dalla squadra mobile e dalla Direzione centrale anticrimine della polizia. Era stato condannato a 12 anni di carcere per associazione mafiosa e rapina.
Nel gennaio 2014, a Corigliano Calabro, si verificò un tragico evento che scosse l’opinione pubblica. Nel corso di uno scontro tra clan rivali per motivi legati allo spaccio di droga, Cocò Campolongo, un bambino di soli tre anni, suo nonno Giuseppe Iannicelli e la compagna di quest’ultimo, Ibtissa Touss, furono brutalmente uccisi. L’omicidio venne commesso su ordine degli Abbruzzese, Faustino Campilongo e Cosimo Donato, come conseguenza delle rivalità nel traffico di droga.
Il 16 febbraio 2015, l’operazione Gentleman condotta dalla Guardia di Finanza portò all’arresto di 33 persone affiliate alla cosca Abbruzzese, che avevano diramazioni criminali in varie regioni italiane, tra cui Puglia, Basilicata, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. L’operazione smantellò un’organizzazione criminale con un giro d’affari stimato intorno ai 45 milioni di euro, principalmente nel campo del narcotraffico. La cocaina proveniva dal Sud America, mentre l’eroina e la marijuana dall’Europa dell’est.
Negli anni successivi, l’azione delle forze dell’ordine continuò a mirare alla repressione delle attività della ‘ndrina Abbruzzese. Il 16 febbraio 2021, l’operazione Kossa colpì sia i Forastefano che gli Abbruzzese, conducendo a ulteriori arresti nell’organizzazione criminale.
Tra i membri di spicco della ‘ndrina Abbruzzese si annoverano Francesco Abbruzzese, noto come “Francu u Zingaru”, che in passato è stato capobastone e che è stato arrestato nel 2005 insieme al fratello Giovanni Abbruzzese per vari assalti a furgoni portavalori. Entrambi sono stati condannati a 10 anni di carcere dal tribunale di Bari. Dopo essere uscito di prigione nel 2010, Francesco Abbruzzese divenne reggente della cosca. Altri membri importanti includono Eduardo Pepe, ucciso nel 2003, Franco Bevilacqua, ora pentito, Luigi Abbruzzese e Fioravante Abbruzzese, quest’ultimo ucciso in passato.
La ‘ndrina Abbruzzese ha lasciato un segno indelebile nella storia della criminalità in Calabria. Le sue attività criminali, legate principalmente all’estorsione, al traffico di droga e agli assalti, hanno causato violenza e morte nella regione. Tuttavia, grazie all’operato delle forze dell’ordine e alla collaborazione dei pentiti, gli Abbruzzese sono stati oggetto di numerosi arresti e azioni investigative volte a indebolire l’influenza della cosca e a garantire la sicurezza della comunità.
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