C’è un altro appuntamento all’interno dell’iniziativa di “Progetto memoria” per l’anno scolastico 2000/2021 e riguarderà la strage di Marzabotto avvenuta nel 1944.
I plessi scolastici I.C. Rodari di Soveria Mannelli Carlopoli, I.C. Casalinuovo di Catanzaro, I.C. di Serrastretta, Istituto Costanzo di Decollatura e il liceo Classico Galluppi di Catanzaro lavorano in sinergia affinché fatti storici, legati soprattutto alla seconda guerra mondiale, possano costituire fonte di ricordi e possano far riflettere sul presente e il futuro.
Per chi fosse interessato alla iniziativa, oggi alle ore 10.00 sarà possibile seguire online l’approfondimento dei fatti relativi all’eccidio di Monte Sole sulla piattaforma YouTube, al seguente link
All’incontro, intitolato “Il rivolo rosso dell’anima“, parteciperanno il professore Corrado Plastino, Ferruccio Laffi che è stato testimone all’eccidio, Gian Luca Luccarini Presidente dell’Associazione vittime degli eccidi durante il periodo nazifascista, il documentarista Stefano Ballini.
Ricordando Marzabotto
L’eccidio di Monte Sole riguarda le stragi compiute dalle truppe nazifasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944. Generalmente ci si riferisce al Comune di Marzabotto, ma le stragi avvenero nei territori dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno che comprendono le pendici di Monte Sole, in provincia di Bologna.
Ritenuto uno dei più gravi crimini di guerra contro l’umanità, fu istigato da Albert Kesselring. Le vittime furono 1.830, uccise durante l’estate-autunno del 1944. Marzabotto aveva già subito rappresaglie, ma mai così gravi come quella dell’autunno 1944.
Il regime fascista, all’epoca, negò i fatti avvenuti a Monte Sole. Infatti, solo dopo la liberazione l’entità dell’eccidio si rivelò in tutto il suo orrore.
Dal 29 settembre al 5 ottobre 1944, in soli sei giorni, il numero delle vittime fu enorme. Neonati decapitati, bambini gettati vivi nelle fiamme, in quei giorni nessuno fu risparmiato.
I pochi sopravvissuti testimoniarono circa la partecipazione fascista agli eventi e ciò portò a una serie di processi per crimini di guerra.
Ma la giustizia umana ha purtroppo dei limiti, si sa. Ciò che bisogna fare è proprio il non dimenticare e ricordare alle nuove generazioni le brutture delle guerre. Il passato non passa mai veramente.
Oggi, l’estesa area della strage è stata trasformata in parco storico regionale per mantenere la memoria storica della Resistenza e degli eccidi nazifascisti.
«La nostra pietà per loro significhi che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga.»