Oliverio a San Sosti per parlare della nuova Programmazione dei fondi europei 2014/2020

Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ha concluso i lavori di un importante convegno svoltosi presso un noto albergo di San Sosti sulla nuova Programmazione dei Fondi Europei 2014/2020. L’iniziativa, introdotta da Franco Boncompagni e conclusa dal sindaco di San Sosti, Vincenzo De Marco, ha contato su una numerosa e qualificata presenza di cittadini, consiglieri regionali e provinciali, sindaci ed amministratori locali del comprensorio della Valle dell’Esaro.

“La nuova Programmazione Comunitaria 2014-2020 –ha detto il Presidente Oliverio nel corso del suo intervento- prevede per la Calabria una dotazione complessiva di circa due miliardi e quattrocento milioni di euro. In questi mesi la struttura amministrativa della Regione, dopo le precedenti esperienze poco positive nell’utilizzo delle risorse comunitarie, ha lavorato intensamente, cambiando impostazione, recuperando i ritardi accumulati in un lungo periodo di tempo e puntando alla concretezza dei risultati. La Calabria era, insieme alla Sicilia e alla Campania, tra le tre regioni meridionali con la più marcata sofferenza. Oggi possiamo dire, con moderata soddisfazione, che la nostra regione può benissimo aspirare a collocarsi tra quelle  maggiormente capaci di incidere sui fattori del ritardato sviluppo grazie allo sforzo di cambiamento da noi messo in atto e al sostegno delle istituzioni comunitarie.

A tal proposito voglio ringraziare, ancora una volta, il Commissario Ue, Corina Cretu, che lo scorso 8 dicembre, in sede di chiusura del ciclo 2007-2013, ha riconosciuto alla Calabria – cito le sue testuali parole – una capacità di raggiungere nel 2015 risultati prima inimmaginabili in termini sia di quantità che di qualità della spesa”.

“Ora –ha aggiunto Oliverio. si apre la fase operativa attraverso la definizione di bandi che non dovranno assolutamente ripercorrere le impostazioni e le esperienze negative del passato e che consentano, in coerenza con gli obiettivi che ci siamo posti, di utilizzare le risorse in maniera efficiente e rapida. Dal momento della domanda i tempi dovranno essere rapidissimi e, soprattutto, dovranno essere assunti criteri che eliminino totalmente la discrezionalità, affinchè tutti possano avere le stesse opportunità. Lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di mettere in campo una progettualità di vasta scala, affrontando innanzitutto i problemi della mobilità ed abbattendo la marginalità della nostra terra. In questo senso bisognerà investire nelle grandi infrastrutture di collegamento all’interno e all’esterno della nostra regione. Il secondo filone d’intervento dovrà riguardare l’assesto del territorio, attraverso un grande progetto di difesa del suolo e di sistemazione idrogeologica del territorio regionale, che noi consideriamo la più importante opera da realizzare in Calabria, soprattutto rispetto alle aree interne. Il terzo filone dovrà riguardare la valorizzazione e la difesa dell’ambiente, attraverso premialità e penalizzazioni, facendo in modo che la risorsa ambientale venga valorizzata al meglio per determinare crescita, occupazione e sviluppo. In tal senso allargare la stagionalità dal punto di vista turistico, valorizzando il turismo religioso, i nostri beni archeologici e culturali, i nostri percorsi naturalistici, i nostri parchi, il turismo sportivo, deve rappresentare un obiettivo prioritario su cui lavorare ed investire risorse.

Abbiamo bisogno, infine, di alimentare ed incentivare una cultura d’impresa. Costruire, per esempio, un ostello della gioventù e lasciarlo, poi, abbandonato ed inutilizzato, non serve a nulla e a nessuno. Dobbiamo fare in modo che, prima che si costruisca un’opera, si sappia chi la gestisca e ne abbia cura, rendendola produttiva economicamente. E’ finita la stagione dei cimiteri delle opere inutili. Mai come in questo momento è necessario investire per creare crescita e sviluppo, non per esibire pennacchi che non servono a nulla”.

“L’obiettivo che ci siamo posti –ha proseguito il Presidente della Regione- è molto ambizioso, ma non può essere realizzato a tavolino. Esso ha bisogno di un vasto concorso di forze e dei dei territori in primo luogo. Occorre rivoluzionare l’approccio culturale, a partire dalla burocrazia che fino ad oggi è stato il maggiore fattore che ha bloccato lo sviluppo della nostra regione. Stiamo lavorando con determinazione per snellire le procedure ed abbattere i tempi, stabilendo regole precise ed eliminando particolarismi e discrezionalità. La sfida non è facile e si vince soltanto se c’è un vasto concorso di tutti e di ognuno”.

“Dobbiamo avere la capacità di passare –ha concluso Oliverio- da una cultura del vittimismo e del lamento ad un approccio nuovo, in cui ognuno di noi si senta protagonista ed artefice del futuro di questa terra, rimboccandoci le maniche ed uscendo definitivamente da una visione individualistica che tanti danni ha arrecato e continua ad arrecare alla nostra regione. Dobbiamo osare di più, facendo tutti uno sforzo corale e sapendo che il futuro non ce lo regala nessuno. Nella costruzione del bene comune, statene certi, c’è anche una risposta al bisogno dei singoli”.