Il presidente della Regione Mario Oliverio ha preso parte, nel Santuario di Paola, alla concelebrazione in onore di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria, durante la quale ha acceso, a nome di tutti calabresi, la Lampada votiva che arde tutto l’anno per il Santo, nella quale è stato versato l’olio offerto dalle città di Amantea, Lamezia Terme e Roccella Jonica, presenti con i propri rappresentanti istituzionali accompagnati da rappresentanti di categorie della società.
Nel corso del solenne rito liturgico, presieduto dal correttore generale dell’Ordine dei Minimi, padre Francesco Marinelli, Oliverio ha tenuto un breve discorso di saluto nel quale ha tra l’altro annunciato il sostegno della Regione per il completamento della Biblioteca del Santuario, prezioso spazio che raccoglie migliaia di volumi e l’imminente inaugurazione, il 15 maggio, di una importante mostra dedicata a San Francesco di Paola, con opere d’arte dal XVI^ al XX^ secolo, documenti storici di straordinario valore provenienti da Musei di tutta Italia, fruibile nella Cittadella regionale.
Di seguito, il discorso del Presidente della Regione tenuto a Paola.
“ Anche quest’anno ho il privilegio di partecipare alle solenni celebrazioni in onore di San Francesco di Paola, ed in particolare a quella che segna il ripetersi di un atto di devozione atteso e profondamente sentito. Un atto dal forte significato simbolico che perpetua un importante vincolo, una testimonianza che rinnova un legame che nel tempo si vivifica, alimentato come la lampada che arde per il Santo grazie all’olio, che della nostra terra è prezioso frutto, offerto come dono dalle nostre città.
Per tutte queste circostanze, mai si attenua l’emozione che nasce dall’accogliere il rito come l’occasione in cui avvertire ancor più l’intensità dell’unione con tutti i nostri conterranei, ovunque si trovino nel mondo, con tutta una grandissima comunità, la comunità dei calabresi che in San Francesco di Paola, il proprio Patrono, riconoscono una guida sempre presente, modello cui ispirarsi, una figura straordinaria, il gigante della Fede passato nella Storia a lasciare insegnamenti di straordinario vigore morale e sorprendente attualità.
San Francesco, per i calabresi, è da sempre compagno nel cammino. Sono tangibili, e vivono, i segni del suo passaggio e della sua presenza in tanti posti, in Calabria come all’estero; ancor più in questo luogo, il Santuario a lui dedicato, che è di spiritualità e di bellezza non comuni, incastonato nella natura rigogliosa e affacciato sul mare, quel mare cui San Francesco fu legato e che a lui si lega, scenario e testimone di uno dei miracoli di cui fu piena la sua prodigiosa esistenza terrena. In esso sono accolti, come oggi, i devoti; questo il punto di arrivo per i pellegrini che giungono da ogni dove e che qui possono, in più, fare esperienza culturale. E’ infatti anche un luogo di cultura ed arte, il Santuario, custode di un patrimonio che deve essere valorizzato e che occorre contribuire ad alimentare, che è da sostenere. Una direzione che la amministrazione che mi onoro di guidare persegue, in collaborazione con i Padri Minimi che io ringrazio per la loro quotidiana dedizione, il loro quotidiano lavoro tanto severi quanto attivi nel curare una dote che nello scorso dicembre si è arricchita di un ulteriore parte: l’ala moderna della ” Nuova Biblioteca Charitas”, la cui realizzazione è stata sostenuta dalla Regione, e che conserva nelle sue diverse sezioni più di dodicimila volumi. Uno dei pezzi pregiati, questo bellissimo spazio, di un lavoro che ha riguardato l’intero Santuario, che insieme ai Minimi, grazie anche alla loro tenacia, è stato creato per non lasciare un capitale importante e prezioso in luoghi non consoni, per recuperarlo e sistematizzarlo.
La Biblioteca, come ho avuto modo di informare nell’occasione dell’inaugurazione, sarà completata. Allo scopo abbiamo infatti previsto un ulteriore stanziamento del bilancio della Regione.
E’ questa una azione che va ad aggiungersi ad altre iniziative che abbiamo voluto nel nome del Santo, e voglio qui ricordare l’inserimento recente del ‘Cammino di San Francesco di Paola nell’’Atlante dei Cammini d’Italia’ del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo; un fatto di rilievo che di certo servirà al fine di incentivare il turismo religioso, uno dei più importanti segmenti del settore, cui dobbiamo guardare- proprio per essere la nostra terra connotata da presenze e manifestazioni di grande spiritualità, devozione e fede- con massima attenzione.
Ancora dedicata al Taumaturgo di Paola, Patrono della Calabria la cui devozione è mondiale, annuncio l’inaugurazione proprio da qui, oggi, il prossimo 15 maggio, dopo un accurato e lungo lavoro di preparazione svolto di concerto con il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, di una mostra su San Francesco di Paola, con opere d’arte dal XVI^ al XX^ secolo, unite a documentazione antica di straordinario valore e con contributi provenienti da Musei di tutta Italia, allestita e fruibile nella Cittadella regionale, la casa dei calabresi.
Pensiamo sia la cultura, il suo complesso vasto di conoscenze che ingloba e di cui si nutre, uno dei motori più potenti che spingono sulla via della crescita e del progresso. La cultura che è sempre più attrattore e che dobbiamo riconoscere, nelle sue diverse e molteplici dimensioni, quale veicolo per lo sviluppo della nostra terra e per l’affermazione della sua giusta immagine, finalmente liberata dagli stereotipi che l’hanno afflitta e che ha dovuto subire la immensa parte di calabresi onesti, operosi, corretti nell’agire. La cultura come conservazione e trasmissione della identità più autentica; sguardo consapevole sulla storia; espressione ed insegna di valori quali la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto della dignità umana, la vicinanza a chi è in difficoltà, il sostegno alle opportunità, la difesa della legalità. La cultura come mentalità che si libera da fardelli inutili quando non dannosi.
Sosteniamo questa strada maestra che può portare alla conoscenza, condivisione e diffusione quanto più ampie possibile della bellezza e della ricchezza (in vestigia e persistenze di civiltà passate, paesaggio e natura, pratiche umane come l’agricoltura, tradizioni, enogastronomia, costumi ed usi, produzioni), della nostra terra, con impegno e visione strategica sul presente ma ancor più verso il futuro, ritenendo che in tutto ciò che ho elencato debba risiedere una rinnovata forza propulsiva, il mezzo per trasformare in realtà concreta le potenzialità, farlo in via definitiva.
Siamo dall’inizio della nostra esperienza alla guida della Regione impegnati in questo percorso che vuole portare la Calabria fuori dalla marginalità, dalla perifericità non solo geograficamente intesa, senza aver mai risparmiato il nostro tempo, le nostre energie.
Dico spesso – è capitato anche in occasione di questa solenne occasione-, ed affermo ancora oggi, che nessuno può essere in grado di rovesciare in un tempo breve situazioni di negativa complessità, accumulate nel corso di decenni e acuite da una crisi che le ha rese drammatiche, che abbiamo avuto in eredità. Tuttavia, possiamo dire che seppure in obiettive condizioni difficili di partenza, quanto abbiamo seminato e stiamo seminando, sta già portando frutti. Frutti che tutti dobbiamo saper riconoscere, identificarli per quello che sono: i segni reali di un cambiamento che è avviato e mira ad affermarsi, per altro riportato e riferito da quanti osservano la Calabria di adesso, testimoniando di una realtà che muove in diverse direzioni, che punta all’emersione da ataviche secche, che vuole imprimere orme ed impronte nuove.
La strada è lunga, ma ne abbiamo chiari i confini e lo sviluppo del suo tracciato.
I segni possono essere timidi, ma ci sono. La direzione è quella del superamento degli ostacoli infrastrutturali che rendono poco facilmente raggiungibile la Calabria; dell’affermazione di opportunità ed occasioni per il lavoro, che possono provenire da strumenti attesi da anni per dare sviluppo alle imprese, come l’istituzione della Zona Economica Speciale; dall’agevolazione di condizioni perché possa affermarsi pienamente il diritto allo studio, all’istruzione, ma anche per le innovative idee che vengono dai nostri talenti.
Crediamo con forza e coerenza in questo lavoro, avendo a sprone costante, lo affermo con il cuore, quella stessa forza che vediamo emergente nella nostra società, una società che vuole superare la parte più difficile del proprio passato.
E’ di stimolo, e spinge ad andare avanti, la forza dei giovani, del loro impegno nella formazione e dei risultati raggiunti che meritano tutto il nostro impegno e la nostra ammirazione; è la forza delle donne che da sempre hanno avuto un ruolo fondamentale, solo in parte riconosciuto e valorizzato; è la forza di chi lotta per la legalità, di chi si rialza dopo una caduta, magari per un danno subìto; di chi continua a navigare anche se devono essere affrontate correnti impetuose e onde altissime.
E’ la forza di chi si impegna nelle professioni facendone servizio per la collettività, dei tanti amministratori onesti che hanno a cuore il bene delle comunità di cui, spesso tra mille difficoltà, si prendono cura. La forza di chi si sente calabrese anche se da anni lontano, nei tanti Paesi del mondo che sono diventati nuova patria, che hanno avuto a cuore di trasmettere l’importanza delle radici. Ed anzi, a loro, che so essere collegati per questa solenne ricorrenza, per i nostri emigrati quali quelli in Argentina che ho incontrato pochi giorni fa in un carico straordinario di emozione, permettetemi di rivolgere un saluto speciale.
E’ nella nostra storia di calabresi l’essere forti, tenaci e del resto queste connotazioni furono virtù di San Francesco cui il Santo accompagnò sempre la benevolenza, la carità, la concordia. Spero ed auguro a tutti che possano essere affermate sempre più, come l’amicizia, la comprensione reciproca, la pace in una parola, condizionando il nostro comune futuro. Viva San Francesco di Paola, Viva la Calabria”.