“La valorizzazione dei piccoli borghi è un tassello fondamentale di un progetto che punta a rendere la Calabria sempre più appetibile sul mercato turistico nazionale ed internazionale attraverso la valorizzazione del suo grande patrimonio culturale”.
E’ quanto ha detto il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, concludendo i lavori del convegno sul tema: ”Per un modello di rigenerazione sostenibile dei borghi storici”, promosso dall’Amministrazione comunale di Castrolibero.
“I nostri centri storici -ha aggiunto il Presidente della Regione- rappresentano un grande attrattore turistico. In essi, infatti, è racchiusa l’identità della nostra terra. Rivalorizzare questi contesti, recuperarne la vitalità, diventa, quindi, un obiettivo fondamentale. Ecco perché approveremo, a breve, uno strumento legislativo animato da questa visione e ispirato da questi obiettivi. Dobbiamo iniziare dal recupero strutturale che parta dalla mitigazione dei rischi sismici ed idrogeologici ma punti decisamente ad andare oltre. Al recupero strutturale va, infatti, affiancata un’iniziativa tesa a rianimare e a ripopolare quelli che sono dei veri e propri scrigni della nostra storia e della nostra identità. E ciò è possibile se saremo capaci di investire nel recupero delle identità culturali, nell’offerta di servizi di qualità, nel rilancio delle attività produttive, nell’incentivazione dei vecchi mestieri e delle attività artigianali, nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni. Naturalmente accanto a questa attività dovremo avere la capacità di mettere in campo anche una serie di progetti-pilota che puntino sulla ricettività sostenibile. In Puglia, per esempio, circa dieci anni fa Niki Vendola, mentre in Calabria si consumava il declino e le risorse comunitarie venivano rimandate al mittente o distribuite a pioggia per accrescere le clientele, puntò sulla riscoperta delle masserie. E’ un esempio per dire quale tipo di intervento siamo chiamati a realizzare”.
“Per fortuna -ha proseguito Oliverio- anche in Calabria qualcosa comincia a muoversi. A Belmonte, per esempio, un gruppo di giovani ha recuperato una serie di piccole unità immobiliari e hanno creato qualche decina di posti letto che da maggio ad ottobre vengono utilizzate come strutture ricettive. Altre esperienze sono in atto su tutto il territorio regionale. Su questa linea dobbiamo insistere, spingere e assicurare attenzione e sostegno. Il punto non è mettere in piedi iniziative di carattere pubblico, ma far interagire pubblico e privato che, in questa operazione, dovranno trovare una reciproca convenienza. E’ un’operazione abbastanza complessa, che deve interfacciarsi con una valorizzazione complessiva del contesto territoriale, della qualità dell’offerta dei servizi e della cura del territorio. In questa direzione abbiamo deciso di scommettere e investire, costituendo un fondo consistente di risorse che ammonta a circa 100 milioni di euro che vanno ad aggiungersi alle altre risorse che abbiamo già programmato per la valorizzazione e la messa in scurezza del territorio regionale. Gli attori principali di questo processo naturalmente dovranno essere i comuni che, dove sarà possibile, dovranno associarsi per utilizzare al meglio le risorse. In questo senso ho salutato molto positivamente l’esito del referendum per la fusione di due grandi comuni come Rossano e Corigliano che hanno deciso di mettere da parte vecchie contrapposizioni e antichi localismi per puntare alla crescita e allo sviluppo di una vasta area che è quella della Sibaritide”.
“In questi anni –ha detto, ancora, il Presidente Oliverio- abbiamo posto alla base della nostra azione di governo un obiettivo che noi riteniamo importante che è quello di rovesciare la tendenza che per un lungo periodo di tempo ha ispirato una visione distorta dello sviluppo nella nostra regione e che ha coinciso con la cementificazione selvaggia e con la costruzione di grandi volumetrie che hanno svalorizzato il nostro patrimonio immobiliare e deturpato il nostro territorio. Partendo da questo dato abbiamo assunto un impegno che abbiamo tradotto nella nuova legge urbanistica e che mira al “Consumo Zero” di suolo, che abbiamo posto come vincolo per la definizione dei nuovi strumenti urbanistici. Un vincolo che non impedisce lo sviluppo e non deprime affatto le attività legate all’edilizia abitativa. Tutt’altro. Esso sposta su un altro asse le attività che ruotano intorno all’edilizia, che è quello del recupero e della riqualificazione su cui concentra programmi, obiettivi e risorse. Tutto questo, naturalmente, implica la crescita di una cultura nuova nelle comunità locali, nel sistema delle imprese e nel riuso del patrimonio immobiliare.
Gli strumenti della programmazione che abbiamo definito nella nostra azione di governo mettono a disposizione della Calabria oltre 9 miliardi di euro. Gran parte di queste risorse sono state concentrate su due obiettivi prioritari: rendere la Calabria sempre più accessibile e abbattere la perifericità della nostra regione, mettendo in campo un grande progetto di modernizzazione infrastrutturale. Dopo decenni di aspirazioni proclamate a parole e mai concretizzate, abbiamo realizzato la società unica degli aeroporti calabresi, con l’obiettivo di rilanciare il sistema aeroportuale regionale che vede l’aeroporto hub di Lamezia Terme consolidare il proprio ruolo di scalo internazionale, mentre si rafforzano le posizioni degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone, che sono chiamati a garantire le attività di due vaste aree della Calabria. Abbiamo investito 530 milioni nella realizzazione della nuova ferrovia jonica che diventa, di fatto, una metropolitana di superficie e tira fuori dall’isolamento un’area che finora ha vissuto una condizione di grande sofferenza, è in atto uno studio di fattibilità per uscire dal balletto delle cifre e per verificare se è realizzabile l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, abbiamo investito risorse consistenti per allargare la portualità da diporto e la grande portualità”.
“Questi -ha concluso il Presidente della Giunta regionale- sono i fatti. La Calabria non ha bisogno di pennacchi e localismi che tanti danni hanno prodotto in passato e che sono ancora sempre in agguato. Andiamo avanti su questa strada senza indecisioni e tentennamenti. Io credo che, nel contesto più generale dello sviluppo della Regione, questo grande patrimonio che è rappresentato dai nostri piccoli borghi e dai nostri centri storici possa diventare un fattore di formidabile crescita, soprattutto di vaste aree che hanno vissuto e stanno vivendo una condizione di drammatica marginalità, abbandono e spopolamento”