Paolo Parentela su manifestazione agricoltori a Catanzaro

«Il Governo e la Regione Calabria adottino le misure del M5S contro la crisi economica che oggi ha di nuovo portato gli agricoltori in piazza, stremati da un sistema dei prezzi che lascia loro solo le briciole rispetto al costo finale al consumatore. A gravare ulteriormente sul settore, una burocrazia lenta e complessa, remunerazioni basse e ritardi nei pagamenti della Politica Agricola Comune (PAC)».

Lo afferma il deputato M5S Paolo Parentela, membro della Commissione Agricoltura. «Per ridare potere di trattativa agli agricoltori – aggiunge il parlamentare calabrese –  il MoVimento 5 stelle ha proposto, con un emendamento al decreto legge 51 approvato lo scorso luglio, l’introduzione della Commissione Unica Nazionale (Cun), ovvero un tavolo di concertazione presso il Ministero delle Politiche Agricole per ogni filiera produttiva in cui il prezzo viene stabilito sulla base di dati oggettivi ed in maniera trasparente attraverso una mediazione dello Stato tra il mondo agricolo, costituito da chi produce le materie prime, e quello dell’industria di trasformazione e distribuzione.

Oliverio faccia la sua parte ed esca dall’immobilismo che sta contraddistinguendo il suo lavoro e metta in atto quanto è necessario per ridare dignità così al mondo agricolo calabrese».

Il Cinque Stelle continua: «Tra le altre misure proposte dal M5S a sostegno dell’agricoltura, la riforma di Agea, la revisione della PAC e strumenti di aggregazione di filiere. Sono tutte nostre proposte ferme in Commissione e sulle quali chiediamo da tempo alla maggioranza di esprimersi e confrontarsi».

«L’allarme lanciato oggi dagli agricoltori che hanno protestato alla cittadella regionale contestando il crollo del guadagno di chi coltiva rispetto al prezzo finale al consumatore – conclude Parentela – impone un’assunzione di responsabilità da parte dello Stato e della Regione Calabria per regolamentare un mercato caratterizzato da una competizione sempre più scorretta, che mortifica il lavoro e la qualità dei prodotti, alimentando il caporalato e la svendita del made in Italy».