Testo della dichiarazione diramata alla stampa dal Deputato Paolo Parentela (M5s):
«Il governo ci spieghi perché non ha ritenuto opportuno rifinanziare il progetto MIAPI (Monitoraggio ed Individuazione di Aree Potenzialmente Inquinate) attraverso la programmazione 2014-2020». È quanto ha scritto il deputato M5s Paolo Parentela in un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’ambiente. «Attraverso la tecnologia – spiega il parlamentare – il progetto MIAPI può individuare le aree inquinate per la presenza di discariche abusive di rifiuti tossici o pericolosi. Era un progetto finanziato con la precedente programmazione attraverso l’ausilio dell’Unione Europea, che può essere uno strumento fondamentale per contrastare le ecomafie in Italia. Il progetto precedentemente finanziato ha incluso esclusivamente Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ora deve essere esteso alle altre regioni del paese che risentono del lavoro sporco delle organizzazioni criminali che lucrano con il mercato nero dei rifiuti».
Il Cinque Stelle continua: «Se portato adeguatamente avanti, il progetto MIAPI può porre le basi ad una necessaria bonifica dei territori più inquinati su cui gli inquirenti non avevano ancora indagato. Le organizzazioni criminali, infatti, non si sono limitate a creare l’emergenza ‘terra dei fuochi’ in Campania, ma hanno interrato illecitamente rifiuti in tutte le regioni italiane, compresa la Calabria. Attraverso le tecnologie di supporto al progetto MIAPI, si possono individuare con facilità queste aree ed intervenire con prontezza per la rimozione del pericolo».
«Il governo – conclude Parentela – deve garantire una continuazione dei monitoraggi. I disastri ambientali creati dal lavoro delle ecomafie, mettono a repentaglio la salute dei cittadini e la salubrità ambientale del nostro Paese. La prima vera emergenza da affrontare è proprio questa. L’individuazione delle aree inquinate e la successiva bonifica, rappresentano l’unico volano di crescita per il futuro dell’Italia. Anche sotto il profilo economico ed occupazionale».