Durante un’intervista a “Verissimo“, si ritorna sulle accuse fatte verso Papa Wojtyla sul caso Orlandi.
Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, non ritratta, anzi ha sottolineato che il Papa, oggi santo, sapesse tutto.
«Il Vaticano da 40 anni fa di tutto per evitare che la verità possa uscire.» sottolinea Orlandi «Questa inchiesta, secondo me, potrebbe durare pochissimo se il Vaticano lo volesse.»
Non si lascia intimorire il fratello di Emanuela Orlandi durante l’intervista su Canale 5 condotta da Silvia Toffanin. Soprattutto non si sente di porgere delle scuse per le recenti insinuazioni contenute in un audio fatto ascoltare recentemente durante la trasmissione televisiva “Dimartedì“
Orlandi ha voluto parlare anche di suo padre Ercole come una figura positiva al contrario di Papa Wojtyla che rappresenta un padre negativo.
Infatti, durante l’intervista Orlandi ha detto: «Mio padre è morto nel 2004. È stato un altro momento buio. Nel giro di un anno sono morte due persone. Nel 2004 mio padre, nel 2005 Wojtyla. Sono le due persone che mi tenevano legato a questa vicenda. Wojtyla in negativo perché io sono sempre stato convinto che lui sapesse che cosa era successo a Emanuela. Ricordo quando venne a casa da noi e ci parlò di terrorismo internazionale, ci assicurò che avrebbe fatto il possibile, ma poi permise al silenzio e all’omertà di calare su questa vicenda. Ha mantenuto il silenzio fino alla fine, così è successo per Ratzinger e Papa Francesco lo ha fatto per dieci anni. Forse ora hanno capito che il silenzio non è servito, questi 40 anni passati non posso però dimenticarli e la parola perdono l’ho cancellata dal vocabolario».
Su Wojtyla tutti sapevano
Poi, sempre Orlandi aggiunge: «Quando sento la dichiarazione del segretario di Stato Parolin sono contento che dica che con questa inchiesta dobbiamo fare chiarezza per una madre che soffre, ma questa madre (Maria Pezzano ndr) adesso ne ha 93 di anni e in questi 40 anni non mi sembra che nessuno si sia stracciato le vesti per lei.»
In riferimento alle accuse su Papa Wojtyla ha detto: «Io non mi sono mai scusato perché non ho offeso mai nessuno. Ho ritenuto opportuno fare ascoltare un audio, poi che io abbia detto quella frase, che Wojtyla usciva di nascosto, è una frase che dicevano tutti quanti. Non era considerata una cosa grave, però qualcuno ha voluto legare questa situazione alle parole di questo componente della banda della Magliana.»
La pista di Londra
Si è spesso parlato che Emanuela Orlandi fosse stata tenuta a Londra presso un convento di suore.
A questo proposito Orlandi ha detto: «Quando sono usciti quei documenti tutti li hanno bollati come falsi, ridicoli. Anche il Vaticano però non mi ha mai risposto alla domanda su come mai stavano in una cassaforte della Prefettura degli Affari Economici. Non ho abbandonato quella pista. Credo che Emanuela sia stata portata là e più che la Banda della Magliana c’entra Renatino De Pedis. Emanuela è stata presa per ricattare qualcuno. De Pedis è stato utilizzato come manovalanza.»
The Vatican Girl, Wojtyla e il Vaticano
Riguardo l’inchiesta fatta nel documentario Netflix “The Vatican Girl” Orlandi ha aggiunto: «Io ci credo al passaggio raccontato dalla Minardi (Sabina ndr) nella serie documentario di Netflix “Vatican girl.»
E il fratello di Emanuela prosegue: «In quel momento era stata consegnata al Vaticano, poi se un abuso abbia avuto luogo potrebbe essere stato per creare l’oggetto di un ricatto.»
Emanuela Orlandi è ancora viva?
Secondo Pietro Orlandi la sorella Emanuela sarebbe ancora viva. In particolare ha affermato di sentirla ancora in vita.
«Il Vaticano – Orlandi ha infine accusato la Santa Sede – da 40 anni fa di tutto per evitare che la verità possa uscire altrimenti non mi posso spiegare tutti i comportamenti di questi 40 anni.»
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