Nei giorni scorsi, attorno ai contenuti del progetto Antica Kroton, sono state svolte alcune considerazioni e proposte che meritano qualche approfondimento e alcune precisazioni.
La pubblicazione sugli organi di stampa della tabella riassuntiva degli interventi ed i commenti svolti- si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa della Giunta- non dà un’idea esatta del processo complesso ed approfondito di acquisizione delle schede tecniche e di selezione della proposta finale, articolata per linee di intervento contenute in macro aree, importi attribuiti ed enti attuatori.
Tutti i soggetti firmatari dell’Accordo hanno agito limitatamente a precise competenze istituzionali ed, in particolare:
– il MIBACT, tramite il suo ufficio periferico calabrese del Segretariato Regionale, in qualità di soggetto beneficiario degli interventi di scavo, restauro e quant’altro di esclusiva competenza a norma del D.Lgs. 42/2004 s.m.i.
– la Regione Calabria, in qualità di soggetto titolare e responsabile del finanziamento e delle attività di programmazione strategica a valere sul PAC 14/2020, nonché di attuazione, coordinamento, verifica e monitoraggio degli interventi e della spesa;
– il Comune di Crotone, in qualità di soggetto beneficiario della bonifica dell’area e di riqualificazione urbana nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela del patrimonio culturale.
Per quanto attiene alle attività di carattere prettamente scientifico del MIBACT e delle proposte formulate, occorre fare ulteriori precisazioni.
Le 5 linee di intervento inglobano quanto indicato nelle schede tecniche trasmesse dallo stesso MIBACT con la finalità di attivare o completare azioni conoscitive (scavi archeologici), conservative (restauri), di impiantistica (anche in tema di sicurezza), di valorizzazione e fruizione (piena accessibilità, pubblicazioni e didattica.) in settori della città antica definiti quartiere settentrionale, quartiere centrale, quartiere meridionale e santuario extraurbano del promontorio Lacinio (Heraion di Capo Colonna) oggi corrispondenti ad ambiti cittadini con diverse destinazioni urbanistiche e d’uso: ex area industriale a Nord, espansione edilizia di Crotone tra gli anni ’20 del XX secolo e il decennio attuale (grosso modo dall’attuale piazza Pitagora al fiume Esaro e al Cimitero e ai sistemi collinari tra Santa Lucia e Cimone Rapignese); Capo Colonna.
Nella linea di intervento 1 il Mibact impegnerà risorse per € 5.100.000 destinate non a “bonifica”, bensì a ricerche nel quartiere settentrionale (+60°) con metodologie geognostiche e tradizionali di scavo, restauro di reperti archeologici, infrastrutture per valorizzazione e tutela (€ 3.000.000) e restauro di n. 2 immobili storici (Vigna Morelli, e 2.100.000).
Nella linea di intervento 2 sono comprese le attività che mirano all’ampliamento o al perfezionamento delle conoscenze di settori chiave dei quartieri centrale (+ 30°) e meridionale (N-S) della polis achea in cui ricadono, giuste schede elaborate da archeologi del MIBACT esperti del luogo e di archeologia marittima, i siti di Vigna Nova (santuario periurbano, oggetto già di un altro finanziamento in corso del Mibact), Via A. Grandi, Via Acqua Bona (in cui è presente un immobile ottocentesco da restaurare e riqualificare), Area Stadio/Parco Pignera (settori già vincolati ed in parte esplorati nel XX secolo), un settore dell’area ex Ariston; Via XXV Aprile, area del nuovo teatro comunale, Piazza Villaroja. Ovviamente sono previsti interventi su manufatti e reperti più significativi dalle aree in oggetto, da musealizzare anche in loco. L’intervento impegnerà € 8.700.000.
Nella linea di intervento 3 sono comprese tutte le azioni a completamento di indagini di settori del santuario di Hera Lacinia e della sua trasformazione in età romana, nonché il completamento di allestimenti museali con reperti da scavi recenti, restauri e quant’altro necessario per la piena valorizzazione del sito, integrando così altre azioni in corso con finanziamenti diretti del MIBACT (al momento pari a circa € 2.000.000, in corso di cantierizzazione) per dotazioni infrastrutturali e di completamento (adeguamenti di recinzioni e impianti di videosorveglianza, percorsi attrezzati per la fruizione delle aree già esplorate ed in particolare dei resti del tempio di V secolo a.C. Nelle previsioni progettuali troverà spazio l’anastilosi del c.d. Scoglio di Pitagora (resto della cinta muraria in opera reticolata crollata tra il dicembre 1974 e l’inizio del 1975), di valore altamente simbolico per la comunità crotonese.
Nella linea di intervento 5 è prevista, a seguito della riqualificazione e rifunzionalizzazione del complesso Scuola di San Francesco ad opera del Comune (€ 2.000.000), la creazione del Centro Unico per la conservazione, la documentazione e l’inventariazione dei reperti archeologici provenienti da Crotone e dal suo comprensorio. All’interno troveranno posto depositi organizzati secondo varie tipologie di scaffalature mobili e tradizionali in cui allocare le oltre 12.000 cassette di reperti ora a Palazzo Morelli e in vari centri del comprensorio provinciale, nonché i reperti che verranno alla luce dagli interventi delle linee precedenti. All’interno del complesso, inoltre, verranno predisposto posto un laboratorio di restauro aule di studio e strutture attrezzate per precatalogazione ed inventariazione dei reperti, propedeutiche alla valorizzazione presso i locali del Museo diffuso urbano o presso i Musei del Polo Museale a Crotone.
Per quanto riguarda l’intervento da parte del Comune di Crotone, è bene precisare che il progetto dell’Antica Kroton contiene un aspetto che riguarda, coerentemente alla scheda di approvazione del finanziamento nell’ambito del PAC 2018/2020, il miglioramento del contesto territoriale e, quindi, anche interventi di accessibilità, risanamento e valorizzazione dei siti.
E’ quindi fuori luogo etichettare un grande progetto culturale e strategico per la città di Crotone come “torta da spartire”, anche in considerazione della circostanza di un finanziamento che era stato perduto e che l’attuale Giunta regionale ha rilanciato.
Ora si tratta di operare con tempestività perché non ci siano più ritardi nell’elaborazione dei progetti esecutivi e l’avvio delle opere. Nei prossimi giorni il Tavolo Direttivo incaricato del coordinamento delle attività sarà impegnato nella definizione dei cronoprogrammi a partire dalle verifica delle attività svolte o da svolgere nella progettazione, fermo restando che una delle funzioni del Tavolo Direttivo, aperto a tutti i contributi istituzionali e culturali, è quello di una verifica permanente dei contenuti programmatici e della loro coerenza agli obiettivi dell’Accordo