L’assessora regionale all’ambiente Antonella Rizzo ha presieduto, stamani, nella sede della Cittadella, una conferenza stampa per illustrare – informa l’ufficio stampa della Giunta – il progetto di mappatura e valutazione dello stato ecologico delle acque marino-costiere della regione, mediante l’applicazione del metodo Carlit.
All’incontro sono invervenuti Enric Ballesteros Sagarra, capo del gruppo di ricerca Benthic, Emilio Cellini dell’U.O.M.S.T. Arpa Calabria e la dirigente generale del Dipartimento ambiente Orsola Reillo.
“Oggi annunciamo ufficialmente – ha esordito la Rizzo – la collaborazione con Arpa Calabria, con le Università, con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e con il Cnr per un progetto di mappatura delle nostre coste a 360 gradi, attraverso il metodo Carlit del professor Sagara. L’obiettivo – ha spiegato l’esponente della Giunta – è di fare in modo che i nostri mari siano maggiormente tutelati e le nostre coste maggiormente protette. Il metodo Carlit ci consente di adeguarci ad una normativa europea. Ed è anche il frutto di un lavoro che ha coinvolto l’area marina protetta di Isola Caporizzuto, di cui la Regione è stata nominata responsabile da un decreto ministerale. L’area è tra le più grandi d’Europa e, soprattuto, comprende una varietà di habitat che ci consente di poter affermare che il nostro mare è salubre e che, perciò, va maggiormente protetto. Di conseguenza, con il Por abbiamo messo in campo una serie di attività che ci permettono di intervenire direttamente con studi approfonditi, non soltanto nelle acque e lungo le coste crotonesi, ma su tutto il territorio regionale. Il nostro approccio al proggetto – ci ha tenuto a specificare la Rizzo – è ottimistico e positivo. Naturalmente sappiamo che, soprattuto a ridosso della stagione estiva, dobbiamo fare i conti con i problemi della depurazione, ma siamo anche consapevoli che abbiamo delle eccellenze da tutelare, che possediamo dei Siti di interesse comunitario (Sic), terrestri e marini, che costituiscono un’eccellenza, non solo per la nostra regione, e che possono essere oggetto di un turismo naturalistico all’avanguardia”.
“Con il metodo Carlit – ha affermato Sagarra – e con il Sistema di informazione geografico (Sig) vogliamo quantificare la diversità e siamo in grado di verificare la qualità ecologica della costia calabrese. Abbiamo applicato questo metodo a Trieste, a Montenegro, in Albania e in Croazia. Percorreremo tutta la costa, metro per metro, per avere la conoscenza della qualità delle acque ma anche per segnalare problemi d’inquinamento. Per fare questo ci siamo dati il termine di due anni”.
La dirigente Reillo ha parlato “di impulso positivo che è stato dato dall’assessora Rizzo ed è stato fondamentale per orientare tutta l’attività di monitoraggio, sia in ambito terrestre che marino, soprattuto per colmare un deficit di conoscenza. Il Dipartimento – ha aggiunto -, soprattuto nell’ultimo anno, ha avviato una serie di programmi, di studi e di misure di conservazine dei 178 Sic e ci si è resi conto che c’era una carenza di informazione: Abbiamo, infatti, conoscenza dell’esistenza degli habitat e delle varie specie ma non sappiamo in maniera completa né la distribuzione né lo stato di qualità. Perciò, oggi, anche grazie all’Azione 6.5 dei fondi comunitari, possiamo investire in questo ambito della conoscenza, basata sulla ricerca scientifica, di monitoraggio e di mappatura, attraverso un lavoro sinergico di tutti gli attori coinvolti in questo progetto”.
Anche Cellini ha messo in evidenza la capacità della Regione di fare sistema. “Arpa – ha detto -, come ente strumentale della Regione, ha un compito molto chiaro, quello di svolgere attività di ricerca scientifica, controllo e tutela dell’ambiente marino e costiero lavorando su quattro matrici: area, acqua, sole e rifiuti. Una strategia in cui la Calabria è totalmetne indagata. Pertanto, ci siamo da subito raccordati con l’assessorato all’ambiente per portare avanti questo progetto che ci permetterà di conoscere, non solo dal punto di vista chimico-fisico ma anche da quello ecosistemico, le nostre valenze naturalistiche. È nato così il progetto Posidonia patrocinato dall’assesssroato e finalizzato alla mappatura delle fanerogame marine. Dopodichè si è deciso di fare la mappatura regionale delle macroalghe con il metodo Carlit per censirle, fare una mappatura regionale e realizzare una banca dati. Tutto questo – ha concluso – avrà enormi ricadute anche socio-economiche”.