Continuano ad arrivarci segnalazioni, da parte dei cittadini, di gravi disagi al Pronto Soccorso del “Pugliese” di Catanzaro. Tutte le “proteste” hanno un denominatore comune: la grave disorganizzazione del lavoro in quella Unità Operativa. La cosa che, per fortuna (ma ne eravamo già consci e sicuri), emerge è che nessuno dei pazienti fruitori del servizio “critica” l’operato dei singoli medici e della loro professionalità. I camici bianchi del Pronto Soccorso lavorano senza sosta, con grande abnegazione e al limite della sopportazione umana. Eppure, la stampa locale ha parlato, di recente, di pazienti morti in Osservazione Breve senza che nessuno se ne accorgesse o, più di recente, di pazienti trattati per “emorroidi e morti…di polmonite”. E’ evidente che, allora, qualcosa non funziona. Cosa, se non l’organizzazione del lavoro che dovrebbe dare il Direttore ff ? Si, perché, l’impressione (direi,certezza) è che, al di là della bravura dei singoli medici, è il management della Unità Operativa e, di rimando, del management Aziendale che non controlla, a non “funzionare”.
E,allora, non ci meraviglia se i corridoi del Pronto Soccorso sono ingolfati di pazienti e di decine di parenti e amici che li accompagnano. Non ci meraviglia se i medici debbono effettuare autentici slalom per evitare le decine di barelle cariche di malati e dei parenti che “assalgono” i sanitari in ricerca di risposte sulla salute dei congiunti. Ciò non può non avere ripercussione sulla serenità mentale di tutti gli operatori sanitari che lavorano in quel posto “di frontiera”: è umano che tale caos possa far diminuire l’attenzione e la concentrazione, con il rischio che il Pronto Soccorso possa fornire ai media notizie di “presunta malasanità”.
Ci risulta, inoltre, che per una scellerata scelta strategica della Direzione Sanitaria, senza che ci sia stata (o, addirittura, avvallata, visto che ha dato il “nulla osta al trasferimento”?) ferma opposizione del Direttore ff del Pronto Soccorso, tutti gli infermieri anziani (oltre una decina), esperti e formati, sono stati trasferiti in altri reparti e sostituiti da infermieri giovani, inesperti e non formati. Perché ciò? Ci risulta che gli infermieri anziani lamentassero ( ma guarda un po’!!) la grave disorganizzazione del lavoro in quel reparto che si tramutava in sovraccarico di lavoro e di turnazione con gravi rischi di tipo medico legale, oltre che di liti con l’utenza che si tramutavano, spesso, in vere e proprie colluttazioni. Non si dimentichi che parliamo di gente su cui la stessa Azienda aveva investito nella formazione: tutti avevano effettuato corsi di triage accreditati SIMEU (Società Italiana di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso) e che erano diventati idonei ad effettuare la delicata operazione di individuazione dei codici di gravità che stabilissero un ordine di accesso nelle sale del Pronto Soccorso (appunto, il Triage). Ci risulta che a tutt’oggi i nuovi infermieri non siano stati formati (o meglio, pseudo-formati con linee guida assolutamente diverse da quelle ufficiali della SIMEU) e siedano al “delicatissimo” bancone del triage senza aver raggiunto i criteri di idoneità (avere 6 mesi di servizio in Pronto Soccorso, essere stati affiancati da infermieri anziani per un periodo medio-lungo e avere conseguito una specifica certificazione di accreditamento e senza effettuare continue esercitazioni di retreaning). Eppure ci risulta che esiste, nello stesso reparto, figura professionale medica, accreditata dalla SIMEU nazionale, che effettua corsi di Triage in tutta la Regione….tranne che al “Pugliese” di Catanzaro. Si tratta forse di “squallido” mobbing o di incapacità del management del reparto e Aziendale di saper valorizzare e allocare risorse umane e professionali? Ridicolo, pericoloso e grave per un Management Aziendale che “sperpera” risorse economiche e umane. Ma questo il Commissario Scura lo sa?
Tutto questo “baillame” si tramuta in caduta verticale della performance di tutta l’Unità Operativa e in “giacenza-parcheggio” di malati anche per alcuni giorni, per la cronica assenza di posti letto. Ci chiediamo cosa succederà ora che gli ospedali limitrofi stanno per essere “declassati” o, addirittura, chiusi. Si verificherà, inevitabilmente, “l’assalto al Pugliese” da parte di pazienti che non riescono più a trovare soddisfazione e risposte ai loro bisogni di salute in altre aree geografiche della Regione. Il rischio grave è che il Pronto Soccorso di Catanzaro diventi un gigantesco “imbuto” con grave pericolo per l’attività di tutti gli operatori che vi lavorano.
E, francamente, non riusciamo neanche a “godere” delle mirabilie che leggiamo ogni tanto sui media riferite alla Medicina d’Urgenza (struttura collegata al Pronto Soccorso e diretta dallo stesso Direttore ff). La struttura avrebbe il compito istituzionale di stabilizzare i pazienti gravi in tre giorni e trasferirli in altri reparti di degenza, salvo dimetterli direttamente quando le condizioni lo consentono. Ci risulta che il reparto di Medicina d’Urgenza, invece, accolga pazienti geriatrici da “lungo degenza”, oncologici terminali e così via con occupazione di letti di terapia semi intensiva ben oltre i tre giorni canonici. Ci risulta che ci siano stanze che vengono aperte (e chiuse a chiave) solo a disposizione di “ amici” e “amici degli amici”. Ci risulta che, contro ogni regola deontologica e legale, vengano fatti ricoveri in urgenza (prerogativa solo ed esclusiva del Pronto Soccorso) direttamente da alcuni medici del reparto (bypassando triage e visita in Pronto Soccorso). Insomma, l’Unità Operativa Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, sembra terra di nessuno dove anarchia e disorganizzazione la fanno da padrona, dove i medici del Pronto Soccorso sono i “tappabuchi” delle defaillance organizzative (in Pronto Soccorso si effettuano trasfusioni, si stabilizzano pazienti con gravissime disfunzioni respiratorie o cardiologiche e si assistono pazienti per due-tre giorni e in Medicina d’Urgenza si assistono, per tantissimi giorni, pazienti che non dovrebbero essere lì ricoverati o dovrebbero esser già trasferiti in altri reparti di degenza). E’, questa, disorganizzazione? Si o No?.
Nei giorni scorsi, abbiamo appreso dai giornali che il Dirigente Generale dell’Assessorato alla Sanità, dott. Fatarella, nei mesi scorsi aveva inviato a tutti i Direttori Generali (quindi anche a quello dell’Azienza “Pugliese-Ciaccio”) una nota in cui venivano invitati a impedire che si perpetuasse, anno per anno, la conferma sempre degli stessi Direttori ff delle Unità Operative per evitare “vantaggi” economici e diatribe legali. Queste stesse cose, le abbiamo dette e scritte da anni. Speriamo ( ma ne dubitiamo) che il Direttore Generale dell’Azienda Pugliese-Ciaccio segua il “consiglio” del prof. Fatarella (ci aspettiamo anche una sua più netta posizione contro quei Direttori Generali che non hanno dato seguito alla sua “nota”) e risolva i problemi del Pronto Soccorso del Pugliese, in primis del suo Management che deve essere, a nostro parere, immediatamente rimosso e sostituito con medici più capaci, giovani e motivati. Speriamo che la Procura catanzarese voglia mettere mano alla vicenda. Noi saremo sempre qui a denunciare altre “anomalie” della sanità del capoluogo che possa arrecare danno e disagio ai pazienti della nostra città.
Sergio Costanzo (Consigliere comunale)