Dopo l’ennesima batosta di ieri al Massimino di Catania, dove la squadra locale ha maramaldeggiato contro la compagine giallorossa allenata da Mister Zavettieri, facendosi che i giallorossi siano ultimi in classifica, penso sia arrivato il momento per il patron Cosentino di fare scelte definitive e coraggiose.
Il signor Giuseppe Cosentino è divenuto proprietario dell’Us. Catanzaro nella calda estate del 2011, facendosi subito amare dai tifosi grazie ad un eccellente campionato che portò le aquile guidate da Ciccio Cozza ad essere promosse dopo vent’anni in serie C1.
Da quella domenica di Maggio sono passati 4 anni e mezzo di errori che col passare del tempo e cioè da gennaio 2015 sono divenuti orrori.
Infatti in quel mese fu disfatta completamente una squadra creata per uccidere il campionato – con risultati assolutamente modesti- per crearne una destinata alla salvezza e fin qui nulla da dire visto che la stessa a fine campionato arrivò ottava con prestazioni altalenanti.
Ma già dal campionato scorso la proprietà ha mostrato disinteresse allestendo una squadra scarsa alla cui guida era stato mandato allo sbaraglio Massimo D’Urso con risultati paragonabili al campionato di quest’anno.
Per fortuna la proprietà decise di cambiare allenatore, dando alla squadra un vero allenatore, Alessandro Erra, che grazie al suo acume e a qualche episodio di buona sorte riuscì a portare alla permanenza in Lega Pro i giallorossi.
Il tecnico veniva riconfermato nella primavera scorsa, quando si sapeva già che sarebbe giunto a Catanzaro un nuovo Direttore tal Antonello Preiti.
In queste categorie come noto i direttori pretendono di avere i loro uomini di fiducia, pertanto era normale che i due prima o dopo cozzassero.
La mancata riconferma di alcuni uomini e il mancato acquisto di altri ha acuito i rapporti tra i due, tanto che il tecnico, in prossimità di ferragosto e dopo prestazioni assolutamente poco esaltanti sia in Coppa Italia si in amichevoli, è stato mandato via reo di aver contestato la rosa a sua disposizione con la società a valutare se ci fossero gli estremi per risolvere il contratto.
Ora dopo tredici giornate di campionato con soli nove punti in cascina e desolatamente ultimi in classifica tutto torna: Erra diceva la verità.
E la proprietà? Inerme ha cambiato tre volte allenatore con la speranza che accadesse quello che era successo l’anno scorso, mandando al macello prima del sentissimo derby Spader, poi affidandosi al pluri esonerato Sig. Somma e ora a Zavettieri che non fa parte della scuderia di Preiti col risultato che più di un calciatore non fa in pieno il suo dovere e ci riferiamo ai componenti la difesa, escluso il povero Patti e a qualche attaccante dal cognome famoso che anche ieri ha dimostrato nella mezzora giocata lo scarso attaccamento alla maglia, camminando per il prato verde, se a ciò aggiungiamo la pochezza qualitativa dei componenti la rosa……..
Purtroppo quando si scende in campo con la metà degli uomini che giocano solo per onore di firma è normale fare figuracce.
Ormai la goccia ha fatto traboccare il vaso e sarebbe ora che la società mettesse fuori rosa alcuni capopopolo e mandasse via il responsabile di tutto questo scempio, fermo restando che il principale artefice di questo sfascio è la proprietà che sta giocando sulla pelle dei propri tifosi, non facendo comprendere agli stessi cosa voglia farne di questa squadra.
Signor Cosentino da quando c’è lei, fino ad ora, non abbiamo avuto alcun problema di iscrizione né punti di penalizzazione, però dove sono finiti i proclami fatti ad agosto 2011?
Quanto volte allo stadio fidandoci di Lei abbiamo gridato di portarci in Europa?
Invece se si continua su questa falsa riga con calciatori con non fanno il loro dovere o se lo fanno sono scarsi, con un direttore che sta remando contro, la serie D è vicina e allora non indugi: se lei vuole continuare ad essere alla guida di questa società, così come fece nel gennaio 2015, mandi via questa gente e si affidi a gente che ha fame di giocare e a gente onesta per salvare il salvabile, altrimenti ceda la società o la consegni nelle mani del sindaco.
Francesco Capicotto