Nella giornata odierna tutti i lavoratori precari dei Vigili del Fuoco aderenti all’Unione Sindacale di Base dell’intero perimetro calabrese sono scesi in piazza in protesta davanti le rispettive Prefetture di appartenenza i precari VV.F. di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. La stessa protesta si è svolta anche nel resto d’Italia concentrandosi per di più nella città di Roma, dove gli stessi colleghi aderenti ad USB VVF hanno sollecitato ed informato gli organi competenti.
Il motivo della protesta è scaturito perché lo status psicologico e non solo, di questi lavoratori, è arrivato al limite dell’impensabile e della sopportazione, in quanto sono stanchi delle solite “parole-parole” ora è il tempo di fare i fatti. Dopo l’uscita della Gazzetta Ufficiale del 23 giugno scorso, la quale la stessa G.U. ha espresso e soprattutto emanato tutto il disegno architettato ed ingegnato esclusivamente dall’USB del Comparto dei Vigili del Fuoco, appunto la tanto Rinomata “Risoluzione Fiano”. Il nostro interlocutore nella piazza di Roma è stata l’On. Fabbri che ha evidenziato e ribadito a tutti i lavoratori presenti che gli impegni presi esclusivamente con la “nostra” O.S. in materia di Stabilizzazione ed Assunzioni di tutto il personale precario VV.F. non è andato in fumo, anzi si sta continuando nella direzione del “compimento”, perché è venuto il momento che si deve mettere la parola “fine” al precariato nei Vigili del Fuoco. Inoltre il Ministro Madia ci ha rassicurato che entro giorno 21 e/o 22 c.m. ci sarà una discussione con la nostra organizzazione sindacale affinché si discutano per i soldi che devono essere stanziati nella Legge di Stabilità, per la stabilizzazione e l’assunzione appunto di questo personale precario VV.F. .
E’ arrivato il momento in cui bisogna mettere un punto alla storia infinita del precariato nei Vigili del Fuoco, bisogna far riprendere questa macchina indispensabile che è il servizio di soccorso tecnico urgente, che tiene al sicuro i cittadini, e che assicurerebbe il futuro dignitoso che spetta a tutti i nostri precari che attendono ormai da tempo immemore che i loro sforzi vengano un giorno chiamati “LAVORO” e non più un passatempo senza riconoscimenti, perché bisogna mettere in moto questa macchina indispensabile.