CATANZARO, 30 APR 2017 – Il consigliere regionale Wanda Ferro ha depositato in Consiglio regionale la richiesta – sottoscritta dai consiglieri del gruppo misto Tallini, Orsomarso e Magno – per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Consulta nella parte in cui escludeva il candidato presidente miglior perdente.
“Pur se la decisione del Tar Calabria – spiega Wanda Ferro – dando seguito alla dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale calabrese dopo un lungo iter giudiziario, ha ripristinato una condizione di legalità costituzionale, occorre ora ristabilire i presupposti di legalità democratica facendo chiarezza sulle responsabilità di quanto accaduto sul finire della precedente legislatura. Ritengo che ciò sia doveroso nei confronti dei cittadini, ma anche di chi, come Giuseppe Mangialavori, ha lavorato per due anni con capacità e coerenza ed oggi si trova fuori dall’assemblea. La politica deve assumersi le proprie responsabilità e fare chiarezza, anche a tutela della legittimità degli organi elettivi. Per questi motivi auspico che il Consiglio regionale, accolga la richiesta di istituzione di una commissione d’inchiesta, prevista dall’art. 32 dello Statuto della Regione, la quale avrà il compito di ricostruire ruoli e responsabilità nella stesura del testo di una legge adottata da un consiglio regionale in regime di prorogatio. Occorre ricordare che il Consiglio in maniera bipartisan ha modificato la legge elettorale in prossimità delle elezioni e quando la legislatura aveva già esaurito il suo corso, sortendo effetti che si sono rivelati completamente differenti dagli obiettivi dichiarati di adeguarsi ai rilievi mossi dal governo sulla precedente legge. Si tratta di una questione di rilevante interesse generale – prosegue Wanda Ferro – poiché riguarda norme che sono a garanzia dei diritti democratici e dell’effettivo rispetto della sovranità popolare, senza contare che esiste il fondato dubbio che vi possono essere ulteriori profili d’incostituzionalità della legge elettorale che sono stati paventati dalla Corte costituzionale, ma sui quali non vi è stata pronuncia perché non sottoposti al vaglio della Consulta. Per questo ritengo utile il lavoro di un’apposita Commissione consiliare d’inchiesta, che tra l’altro è un organo previsto dalla nostra e da altre regioni italiane. Abbiamo il dovere di evitare, anche per il futuro, che siano ancora una volta i giudici a doversi sostituire alla politica nella scrittura di una legge elettorale che per la sua importanza deve essere pienamente funzionale ai principi di democrazia e non agli interessi di chi governa o ai calcoli di chi aspira ad essere rieletto. La posta in gioco non è quella dell’assegnazione di un seggio in Consiglio regionale, ma l’affermazione della piena legalità delle istituzioni e la tutela dei principi di democrazia”.