Di seguito una dichiarazione diramata alla stampa dal Consigliere regionale Wanda Ferro (Gruppo Misto):
Il governo nazionale e quello regionale stanno dimostrando assoluta incapacità di gestione dei problemi e totale indifferenza ai bisogni della gente e degli Enti locali, che soltanto oggi si rendono conto che la riforma Delrio va riscritta. La situazione di caos in cui sono lasciate le Province, con gravi ripercussioni sui servizi e sulla stessa immagine della Pubblica amministrazione, non è una piaga d’Egitto abbattutasi sui cittadini, ma è il frutto delle politiche irresponsabili del governo Renzi e di un Partito democratico che ad ogni livello ha dato per acquisita la conclusione del percorso di riforma costituzionale – e con esso l’abrogazione delle province – prima di attendere l’esito del referendum. Eppure la batosta referendaria avrebbe dovuto richiamare ad un maggiore senso di responsabilità la Regione Calabria, governata da un ex presidente di Provincia che è invece riuscito nell’impresa di aggravare una situazione già al collasso, tanto da rischiare per le proprie inadempienze addirittura il commissariamento da parte del Governo nazionale sulla questione del riordino delle funzioni. Solo oggi i presidenti di Provincia del Pd sembrano accorgersi dei disastri provocati dalla riforma Delrio, ma continuano insieme al governatore Oliverio a stendere tappeti rossi all’ex presidente Renzi che viene in Calabria per la campagna congressuale.
Eppure non possono essere più nascoste le gravi responsabilità del governo regionale sulle sorti delle Province calabresi. Essendo stata presidente dell’Upi Calabria mentre alla guida della Giunta regionale c’erano Loiero prima e Scopelliti dopo, ricordo bene le battaglie condivise con Oliverio, allora presidente della Provincia di Cosenza, che insieme agli altri presidenti chiedeva con forza che ai trasferimenti delle competenze dalla Regione alle Province corrispondessero quelli delle risorse finanziarie e del personale. Ora che Oliverio è diventato governatore sembra aver dimenticato ciò che sosteneva pochi anni fa, senza far nulla per quelle province che oggi si trovano in stato confusionale anche per via delle carenze, ormai strutturali, del governo regionale che ha prodotto una legge monca, che non traccia una riforma risolutiva della materia, ma introduce solo alcune limitate disposizioni rinviando, per il resto, ad una successivo provvedimento legislativo mai approvato né sottoposto all’esame del Consiglio. Da oltre due anni le Province sono costrette ad anticipare costi di gestione e di personale che sono in capo alla Regione, con il rischio di finire in dissesto e con gravi ripercussioni sulla qualità dei servizi offerti: basti pensare alla situazione di collasso in cui sono lasciati i Centri per l’impiego, che devono garantire servizi a migliaia di disoccupati calabresi e il cui personale è lasciato nella totale incertezza oltre che nell’assoluta indisponibilità di mezzi e strumenti per operare.
Ricordo che nel settembre del 2015 sono state istituite, presso ciascun dipartimento interessato dalla riassunzione delle funzioni ed ai processi di mobilità del personale dalle Province, le Unità Organizzative Temporanee “UOT – funzioni territoriali”, con lo scopo di assicurare l’integrazione, nell’ambito del sistema organizzativo, gestionale e regolamentare della Regione Calabria, delle funzioni e del personale proveniente dalle province, in attesa di definire la generale riorganizzazione delle strutture della Giunta Regionale e di adottare una legge organica di riordino complessivo delle funzioni. Fin dall’inizio, il fallimento dei negoziati con le Amministrazioni provinciali, alcune delle quali con enormi deficit finanziari come Vibo Valentia e Crotone, e la tensione nei rapporti tra le istituzioni coinvolte non hanno consentito la stipula dei protocolli d’intesa previsti dalla Legge regionale 14/2015, che avrebbero dovuto disciplinare, tra l’altro, il trasferimento delle attrezzature, dei beni, dei crediti e dei debiti, e garantire continuità nell’esercizio delle funzioni. Tutto ciò ha determinato gravissime disfunzioni degli uffici territoriali delle UOT, che, a fronte dell’enorme numero di personale assegnato, si sono ritrovati in sedi non idonee e completamente privi di mezzi. Alcuni uffici risultano ancora sprovvisti di qualsiasi tipo di attrezzatura informatica, senza servizio di pulizia e manutenzione dei locali, senza collegamenti ai sistemi informatici per il protocollo e per la rilevazione delle presenze.
Una situazione grave protrattasi per un anno e mezzo nel silenzio assordante di tutte le strutture regionali preposte, con responsabilità enormi. Non si è ritenuto di nominare dei commissari ad acta, né di evitare il trasferimento del personale delle UOT presso altri settori o strutture. Infatti parte del personale è stato trasferito presso altri settori, e si sono succeduti una serie di trasferimenti di personale delle UOT presso le cosi dette” strutture” di assistenza tecnica. Ciò, oltre ad essere in conflitto con i criteri della delibera istitutiva delle UOT, ha svuotato le unità di figure professionali provviste delle competenze e dell’esperienza necessaria per continuare a svolgere le funzioni riassunte dalla Regione. Le UOT inoltre non ricevono le risorse, già drasticamente ridotte, che la Regione Calabria trasferiva alle Amministrazioni Provinciali con la Legge 34/2002, e di fatto si vedono preclusa qualsiasi operatività su molte linee di attività, con ovvie ricadute negative sul territorio già fortemente penalizzato dai continui tagli ai Comuni ed alle Province.
Insomma la Regione ha svilito il ruolo delle UOT e la dignità professionale del personale, e ha generato oltre all’inefficienza degli uffici territoriali provinciali uno stato di confusione che ha ripercussioni fortemente negative su un’utenza già disorientata per via del passaggio delle funzioni. Certo non meraviglia l’iniziativa dell’Upi di presentare esposti cautelativi in Procura e alla Corte dei conti per difendere le prerogative delle Province. Oliverio dica cosa intende fare per superare le gravi criticità che riguardano gli uffici periferici delle UOT, soprattutto a Vibo e Crotone, se intende chiudere le UOT, e quali sono i tempi stimati di attuazione dell’iter che dovrebbe portare alla definizione dell’intera vicenda, tenuto conto dell’anomalia di una struttura temporanea che però da due anni è nell’organigramma della Regione Calabria, con funzioni definanziate e uffici lasciati nell’impossibilità di operare.