La docente di storia e filosofia, Paolina De Lio, originaria di Reggio Calabria, ha deciso di difendersi dalle accuse di assenteismo scolastico che le sono state rivolte dopo che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha confermato la sua destituzione per “inettitudine”. Nonostante i venti anni di assenza dalla scuola su un totale di ventiquattro anni di servizio, la professoressa assicura che fornirà tutte le spiegazioni necessarie, accompagnate da documenti e atti.
Cinzia Paolina De Lio, 56 anni, insegnante di storia e filosofia presso una scuola secondaria a Chioggia, in provincia di Venezia, ha avuto assegnazioni annuali a causa del suo status di moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza. Tuttavia, ha lavorato ininterrottamente per soli quattro mesi durante il suo servizio. Nonostante ciò, la professoressa si difende e annuncia che spiegherà tutto.
Dopo che la sua vicenda è diventata di dominio pubblico, De Lio ha rilasciato una breve dichiarazione a Repubblica. “Scusate ma ora sono al mare”, ha detto, aggiungendo poi: “Ricostruirò la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale”. La professoressa, che è anche giornalista pubblicista, ha annunciato di voler gestire personalmente l’aspetto mediatico della sua vicenda. Ha chiarito che non risponderà a domande casuali dei giornalisti, poiché ritiene che ciò non renderebbe giustizia all’affermazione della verità riguardo alla sua situazione, che considera unica nel suo genere. Tuttavia, si è resa disponibile a fornire atti e documenti ai colleghi giornalisti che lo richiederanno.
Le accuse mosse dal Ministero alla professoressa riguardano il suo comportamento in classe. Durante le ispezioni condotte dal Miur nel 2013, è emerso che la docente era disattenta verso gli alunni durante le interrogazioni, poiché era costantemente impegnata nell’utilizzo del cellulare per inviare messaggi. Inoltre, è stata accusata di non prestare la giusta cura alle sue lezioni, tanto da non possedere nemmeno il libro di testo, che prendeva in prestito temporaneamente dagli stessi studenti. La professoressa è stata inoltre accusata di gravi imprecisioni nella stesura dei programmi finali delle classi quarte, ad esempio, indicando un numero di ore e un argomento che non corrispondevano a quelli effettivamente dedicati alle spiegazioni e ad un argomento su Hegel che non è mai stato trattato in classe.
Tre ispettrici inviate dal Ministero hanno constatato la mancanza di criteri sostenibili nella valutazione degli studenti, la mancanza di chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l’improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dagli studenti, l’assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l’attribuzione di voti in modo casuale e influenzato dal suo umore, e infine una pessima organizzazione e preparazione delle verifiche.
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza confermando la destituzione della docente, in linea con quanto stabilito dalla Corte di Appello di Venezia nel 2021. Tuttavia, nel 2018 il tribunale aveva dato ragione alla professoressa, dichiarando illegittimo il provvedimento di destituzione. I giudici avevano sostenuto che, nonostante la disorganizzazione e la superficialità dimostrate dalla docente, l’ispezione di soli tre giorni fosse un periodo di osservazione “troppo breve” per certificare un’assoluta e permanente inettitudine.
La Corte di Cassazione ha sottolineato che la libertà di insegnamento all’interno del sistema scolastico è intesa come autonomia didattica, volta a garantire una formazione completa della personalità degli studenti, che hanno diritto ad un’educazione di qualità. La libertà didattica comprende sicuramente la possibilità per l’insegnante di scegliere i metodi appropriati di insegnamento, ma ciò non significa che l’insegnante possa rinunciare completamente all’attuazione di un metodo o alla strutturazione delle lezioni.
La vicenda della professoressa Paolina De Lio ha suscitato un ampio dibattito sull’efficacia dei controlli e delle valutazioni del personale docente all’interno delle scuole. Molti sottolineano l’importanza di un sistema di supervisione e valutazione più rigoroso per garantire una qualità dell’insegnamento e un’adeguata formazione per gli studenti.
Nel frattempo, la professoressa De Lio si impegna a fornire spiegazioni esaustive sulla sua vicenda, promettendo di presentare documenti e prove a sostegno delle sue affermazioni. Resta da vedere come si svilupperà la vicenda e se le sue difese riusciranno a scagionarla dalle accuse di assenteismo e inettitudine che le sono state rivolte.
L’attenzione sulla situazione di Paolina De Lio solleva interrogativi più ampi sul funzionamento del sistema educativo e sul ruolo dei docenti nella formazione delle future generazioni.