Cucùgate ad Agna: quando la recita di Natale col cucù diventa una farsa
AGNA (PD), 24 DIC 2023 – Una scuola elementare ha involontariamente trasformato la classica recita di Natale in uno spettacolo comico, lasciando attoniti i genitori e scatenando una “rivolta” a suon di giochi di parole.
La De Amicis, rinomata scuola elementare di Agna, ha preso una decisione inusuale quest’anno: sostituire i riferimenti cattolici tradizionali nella recita di Natale con una parola altrettanto familiare ma molto meno sacra – “cucù”. Una scelta, come riportato dal Gazzettino, motivata dalla volontà di evitare tensioni con le famiglie di diverse religioni presenti nella scuola.
Questa decisione ha acceso la miccia di una controversia che sembra uscita da un copione comico. Alcuni genitori cattolici, scoprendo la sostituzione dell’iconico “Gesù” con il più giocoso “cucù”, sono rimasti attoniti. “All’inizio non ci potevo credere”, racconta un padre incredulo, “ma quando ho visto i fogli con le frasi tagliate su determinate parole, non ci ho più visto. Non è possibile che si debba arrivare a questi livelli senza che noi genitori veniamo messi al corrente delle idee delle maestre.”
La protesta dei genitori è stata tale che alcune famiglie hanno deciso di non mandare i propri figli in classe, trasformando involontariamente la recita in una performance a porte chiuse.
Il lunedì successivo alla rivelazione delle modifiche, l’atmosfera era tesa. I luminari della scuola hanno deciso di affrontare la situazione con un tocco di umorismo e hanno emesso delle scuse ufficiali. “Riconosciamo l’errore”, hanno ammesso i maestri della De Amicis, cercando di placare la “rivolta” dei genitori.
La decisione di sostituire Gesù con “cucù” potrebbe essere stata dettata dall’intenzione di essere rispettosi verso tutte le religioni rappresentate nella scuola, ma forse è stata un po’ eccessiva. La scelta delle parole, in particolare della rima, ha reso la situazione più comica che rispettosa. Forse se avessero optato per termini come “più”, “giù”, “tu”, “giù”, “menzù”, o “di più”, avrebbero comunicato il messaggio senza scatenare la confusione generale. Ma chi può biasimarli? La rima è un campo minato, e sostituire il sacro con il comico è sempre un esercizio rischioso.
Morale della storia
Nel tentativo di evitare conflitti, potremmo finire per creare una commedia involontaria. Forse è meglio mantenere il rispetto delle tradizioni senza cadere in giochi di parole troppo audaci. La Natività non è uno spettacolo di cabaret, ma una storia sacra che dovrebbe essere rappresentata con il dovuto rispetto, anche se talvolta una dose di umorismo può essere il miglior alleato per superare le divergenze.