Abbiamo trascorso il periodo pasquale in una maniera quasi surreale. E alla stessa maniera si sono riprese “le lezioni a scuola”. Con la consapevolezza oramai quasi certa, che l’anno scolastico (ed accademico) termini così, con la trasmissione della didattica a distanza. Senza dunque avere la possibilità per studenti, piccoli e grandi, di ritornare fisicamente nelle proprie aule. Per capire come viene svolto il lavoro dei professori a distanza, abbiamo intervistato la docente, di lingua inglese, Arminio Carmela, dell’Istituto superiore I.T.E. (Istituto Tecnico Economico) “Grimaldi-Pacioli” di Catanzaro.
Professoressa Arminio, quanto tempo è trascorso ad oggi dalla sua prima lezione telematica?
“Noi abbiamo iniziato con le lezioni telematiche lunedì 9 marzo. Ci siamo attivati praticamente subito, anche se nessuno di noi sapeva bene cosa fare e come farlo. Ma ci siamo messi subito in gioco. Abbiamo scelto di utilizzare la piattaforma di Skype, perché era quella meno congestionata di mattina. Con Skype abbiamo formato i gruppi e siamo partiti”.
Ha potuto proseguire con il programma didattico prestabilito o ha dovuto riformularlo?
“All’inizio il nostro obiettivo è stato far sentire ai ragazzi la rassicurante presenza di noi insegnanti, far capire loro che c’eravamo (e che ci siamo) anche in un momento così particolare. La fascia di età di ragazzi che abbiamo nella scuola superiore è quella che più delle altre risente dell’isolamento sociale. Per loro il contatto e la vicinanza con i compagni di scuola e gli amici è oltremodo importante.
Trovarsi di punto in bianco catapultati in una situazione di isolamento totale è stato veramente terribile. Si sono ritrovati in una situazione di paura, di incertezza, perché le notizie hanno cominciato da subito ad essere abbastanza allarmanti. Avevano bisogno di rassicurazioni e di qualcuno che chiarisse i loro dubbi. Tra l’altro molti di loro hanno genitori che lavorano e si sono ritrovati a casa da soli dalla mattina alla sera.
Perciò, prima di ogni cosa, ci siamo preoccupati di rassicurare i ragazzi e di stabilire un contatto con ciascuno di loro. All’inizio abbiamo realizzato una ripetizione dei contenuti che erano rimasti in sospeso nel momento in cui abbiamo lasciato le nostre aule e poi abbiamo affrontato argomenti nuovi”.
Come hanno reagito i suoi studenti a questa modalità di apprendimento?
“Gli studenti probabilmente hanno continuato a comportarsi come facevano in classe. Chi studiava ha continuato a studiare. Chi era svogliatissimo continua a fare il minimo, mentre la fascia di mezzo è stata sorprendentemente attiva.
Probabilmente i ragazzi hanno scoperto una dimensione nuova e mai vissuta: stare a casa e avere molto tempo da impiegare. Pertanto, hanno cominciato a – sfornare – compiti a più non posso; del tipo, assegnavo un compito da fare la mattina e nel pomeriggio della stessa giornata lo ricevevo già svolto. E la mia reazione le prime volte è stata del tipo – Wow! – “.
Quali difficoltà avete incontrato come corpo docente?
“All’inizio la difficoltà principale è stata quella che non eravamo, sia i docenti che i ragazzi, né preparati né abituati alla didattica a distanza. Non tutti i ragazzi sono in possesso di un device per fare le video lezioni o per andare sulla piattaforma – Weschool – che utilizziamo per inviare materiale di studio o di approfondimento, per ricevere i compiti svolti e anche per fare esercizi o test.
Quindi in alcuni casi abbiamo dovuto optare per un’integrazione dei mezzi a disposizione: chiamate al telefono, messaggi whatsapp, mail per la consegna dei compiti ed altro, pur di raggiungere tutti gli studenti e farli partecipare alle lezioni.
La scuola ha anche dato in comodato d’uso, ai ragazzi che ne hanno fatto richiesta, decine di computer cercando di andare incontro alle esigenze degli studenti e delle famiglie. Il Ministero recentemente ha stanziato dei soldi per l’acquisto dei device e delle card di abbonamento per la connessione ad Internet, e altre richieste potranno essere soddisfatte!”.
Qual è la disponibilità di voi docenti in termini di tempo e di ore settimanali da dedicare alla didattica a distanza?
“Abbiamo fatto un orario settimanale, pubblicato sul sito della scuola, che va dalle 8,30 alle 12,30. Nello stabilire l’orario della didattica a distanza abbiamo tenuto conto della possibilità che i ragazzi dispongano di un solo computer per famiglia. E quindi nel caso ci fossero fratelli o sorelle abbiamo pensato di adottare un orario ridotto rispetto a quello tradizionale, per dare la possibilità all’intera famiglia di andare avanti con le attività da espletare a distanza.
Le video lezioni durano mezz’ora circa per consentire agli studenti di seguire tutte le lezioni senza avere problemi di giga”.
Come si è strutturato il carico dei compiti nei confronti degli studenti?
“Abbiamo deciso di non sovraccaricare gli studenti per non stressarli con una massiccia quantità di compiti. Capiamo che la capacità di concentrazione di questo periodo non è quella di sempre: in tempi normali dopo aver studiato si va in palestra, si esce, si incontrano gli amici.
In questo periodo tutto questo non si può fare e i ragazzi non hanno la possibilità di scaricare la loro energia vitale”.
Avrà notato sicuramente dei cambiamenti nel loro modo di approcciarsi allo studio. Sa dirmi quali i risvolti positivi della didattica a distanza e quali quelli negativi?
“Un primo risvolto positivo è che lo studio ha riguadagnato uno spazio che si era un po’ perso. L’altro aspetto positivo è che i ragazzi vogliono che riprenda al più presto la normale attività scolastica: hanno capito l’importanza e la bellezza della scuola.
Nel complesso tutto è positivo: abbiamo scoperto nuove modalità, strategie e metodologie diverse, in primis noi insegnanti che stiamo studiando e sperimentando. La gran parte delle cose che stiamo apprendendo in questo periodo le potremo utilizzare ancora quando saremo ritornati in classe. Integrando un metodo nuovo con quello più tradizionale della lezione in classe.
Certo il lavoro per noi insegnanti è più faticoso: bisogna dedicare molto tempo alla preparazione del materiale per la didattica a distanza. C’è più carico di lavoro anche per quanto riguarda la correzione dei compiti. A dispetto di quanto si faceva nelle classi dove si correggevano gli esercizi tutti insieme ore si deve correggere gli esercizi di ogni singolo alunno e il lavoro si moltiplica.
Gli aspetti negativi riguardano più che altro quello di cui parlavamo prima, e cioè problemi di connessione, di giga e il fatto che non tutti i ragazzi hanno gli strumenti per fruire della didattica a distanza”.
Come avviene il “controllo” del comportamento dello studente e della sua soglia di attenzione nella didattica distanza?
“All’inizio della video lezione noi insegnanti vediamo per un attimo gli studenti, ci salutiamo, però poi in realtà sono loro a vedere noi, ma noi non vediamo loro.
Il controllo costante viene quindi a mancare anche se durante la lezione si può chiedere l’intervento di qualche studente, che in quel momento dovrà attivare il microfono e partecipare. La video lezione è una metodologia che ribalta quella tradizionale delle lezioni svolte in classe. È una – flipped classroom –, cioè una classe capovolta. Nella videoconferenza noi insegnanti diamo degli input che gli studenti approfondiranno per conto proprio”.
Avrete sicuramente affrontato durante le diverse lezioni a distanza, la tematica attuale, riguardo l’emergenza sanitaria. Quali le opinioni ed i sentimenti dei ragazzi a riguardo?
“I ragazzi sono forse troppo pieni di informazioni, sono consapevoli ma anche confusi. Perciò capita spesso che durante le video lezioni chiedano conferma della veridicità di alcune notizie. Continuano quindi a considerarci un punto di riferimento, come accadeva all’interno delle classi”.
In che modo ha cercato di infondere speranza e forza nei suoi studenti?
“Anche facendo una battuta o qualche complimento – Come stai bene con i capelli sistemati così! –. Basta un po’ di ironia e qualche commento per dare un po’ di – normalità –, che è importante, senza però illudere. E allora quando ci chiedono – che facciamo con la scuola? – oppure – che fine faremo quest’anno, come sarà? –, cerchiamo sempre di dar loro chiarimenti, attingendo a tutte quelle notizie che vengono date dai canali ufficiali, quali il Ministero e non quelle che vengono sbandierate sui social in maniera superficiale e a volte infondata”.
C’è la concreta possibilità che non si rientri fisicamente a scuola e nelle università per la fine di quest’anno giusto? Nel suo caso specifico ha già organizzato il lavoro in quest’ultima fase, anche per una valutazione finale degli studenti? Come?
“Si c’è questa possibilità. Io personalmente ritengo che sarà così. Allora per quanto riguarda la valutazione dei ragazzi, dopo una prima fase di – assestamento –, siamo andati avanti con il programma didattico e di conseguenza si è potuto abbozzare una griglia di valutazione di questo periodo.
Abbiamo fatto anche dei consigli di classe informali alla presenza dei genitori dei ragazzi. E abbiamo attivato anche un sistema di segreteria a distanza per cui avvisiamo le famiglie, le sollecitiamo a far partecipare i propri figli alle video lezioni, per avere elementi utili ai fini della valutazione.
Daremo una valutazione di questo primo periodo, quindi da giorno 8 marzo a giorno 8 aprile. Abbiamo iniziato a fare le verifiche. Personalmente io preparo il compito e, quando la classe è connessa lancio la verifica sulla piattaforma.
C’è un tempo prestabilito in cui i ragazzi devono rispondere alle domande. I ragazzi hanno così giusto il tempo di leggere la domanda e rispondere e non hanno il tempo di copiare. Allo scadere del tempo la stessa piattaforma interrompe la verifica che potrà poi essere corretta e valutata.
I ragazzi stanno anche chiedendo di ripetere oralmente alcuni argomenti: in questo caso chiedo di poterli vedere attraverso la videocamera in modo da esercitare un minimo di controllo”.
Per i ragazzi che dovranno affrontare l’esame di maturità e per i docenti che saranno in commissione, come è stata organizzata la preparazione dei lavori a distanza?
“Ancora ci sono solo proposte: se si rientra a scuola prima del 18 maggio, l’Esame si farà con uno scritto nazionale, la seconda prova fatta dalla Commissione che sarà costituita da tutti membri interni e poi ci sarà l’orale su quello che è stato il programma svolto.
Se invece non si rientra entro il 18 maggio, allora ci sarà soltanto un colloquio orale che sarà espletato con la presenza fisica della Commissione e dei diversi studenti, oppure a distanza, come sta accadendo per le sedute di laurea!”.
C’è qualcosa che vorrebbe chiedere alle istituzioni locali o centrali, qualora ne avesse la possibilità?
“Mettere i ragazzi tutti nelle stesse condizioni, non penalizzare nessuno per mancanza di strumenti. Garantire quindi a tutti il diritto allo studio, dal ragazzo più benestante al ragazzo che ha meno possibilità economiche”.
Cosa vuole dire a tutti i ragazzi che sono in “connessione” con noi e che stanno leggendo questo articolo?
“Un in bocca al lupo. Speriamo che tutto ritorni come prima e al più presto. Speriamo di uscirne bene. Stiamo comunque lavorando. E i ragazzi stanno imparando tante altre cose, oltre ai contenuti delle materie, stanno imparando cose forse ancora più importanti. Quindi un in bocca al lupo a loro studenti, ma anche a noi insegnati. All’Italia e a tutto il Mondo!”.
C’è qualcosa che vuole aggiungere?
“Questa esperienza, seppur difficile e dolorosa, è comunque positiva e bella. Una cosa di cui non abbiamo parlato, è che anche i ragazzi che hanno problemi specifici dell’apprendimento o i ragazzi diversamente abili, hanno trovato un loro spazio.
Sia all’interno delle video lezioni e sia il pomeriggio, in cui studiano insieme agli insegnanti di sostegno con cui c’è un rapporto costante. E questa è una cosa molto bella! I loro genitori li abbiamo sentiti, li abbiamo contattati e sono contenti.
La cosa bella è che gli insegnanti di sostegno si sono messi a disposizione anche degli altri ragazzi. Dicendo loro che se vogliono fare degli approfondimenti o delle ripetizioni o avere dei chiarimenti, possono farlo rivolgendosi a loro”.
Grazie Professoressa Arminio, dell’I.T.E. “Grimaldi-Pacioli” di Catanzaro, per la sua disponibilità e per il tempo concesso. E, buona trasmissione del sapere, saper essere e saper fare, seppur a distanza.