Si è svolta alcuni giorni fa nella splendida biblioteca per ragazzi dell’Istituto Don Milani di Lamezia la cerimonia di consegna di un “dono speciale” che l’Unione italiana ciechi e il Club Lions di Verona hanno fatto ad una scuola altrettanto “speciale” che opera l’inclusione e l’accoglienza come principio fondante del proprio agire educativo.
A ricevere questo “dono speciale”, visibilmente emozionati, i bambini e le bambine della scuola primaria di Platania e in mezzo a loro una bambina, Alessia, che da oggi potrà finalmente apprendere attraverso il metodo Braille di lettura e di scrittura per ciechi e ipovedenti. Il dono tanto atteso, consegnato dalla vicepresidente della sezione Lions di Lamezia Donatella Amicarelli, nell’ambito del progetto “La solidarietà che unisce,” rappresenta la reale possibilità per chi è cieco o ipovedente di potersi a tutti gli effetti integrare nella società, superando gli ostacoli che il loro problema inevitabilmente comporta.
Attraverso la tavoletta Braille ed i suoi simboli, la piccola Alessia sarà in grado di lavorare, di esprimersi e di comunicare oltrepassando ogni tipo di barriera sociale, culturale e fisica.
Il metodo Braille è, infatti, un altro strumento di inclusione di cui la scuola e i suoi insegnanti si dota per abbattere qualsiasi tipologia di barriera linguistica e culturale.
“E’ grazie al lavoro quotidiano che la scuola mette in pratica il dettato costituzionale che nell’art. 3 cita “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
“Primo compito della scuola è proprio la rimozione degli ostacoli che rendono i cittadini meno uguali e meno liberi. Don Lorenzo Milani l’ha detto chiaramente: è la parola che rende uguali. “Io son sicuro… che la differenza fra il mio figliolo e il vostro non è nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il cuore, ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la soglia stessa: la Parola.”
La scuola è elemento essenziale per lo sviluppo della vita democratica, “siede fra il passato e il futuro e deve averne presenti entrambi. È l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo del rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico.”
Sono queste le bellissime dichiarazioni fatte dal Dirigente scolastico Genesio Modesti che, insieme al sindaco di Platania e agli esperti dell’Unione ciechi di Catanzaro e alla tiflologa Lavinia Garufi, hanno emozionato i partecipanti e soprattutto i genitori della piccola alunna che da anni insieme alla scuola combattono la battaglia dei diritti contro l’indifferenza a volte delle istituzioni e degli uffici preposti.
Ecco qual è, quindi, il collante che caratterizza l’Istituto Don Milani, il quid singolare che definisce e distingue chi ogni giorno si spende affinché la legge si concretizzi e non rimanga lettera morta. Anche i bambini hanno potuto esprimere quello che è per loro il valore aggiunto della diversità e cosa significa I CARE, il motto milaniano del “mi interessa, mi sta a cuore” attraverso le loro esperienze in classe e le emozioni che scaturiscono “dall’essere occhio dell’altro, mano che guida, luce che accompagna”. Un pensiero che condivide tutta la comunità scolastica della Don Milani e che spesso non viene compreso da chi è abituato solo a guardare ma non a vedere ciò che è veramente importante. L’essenziale nella vita si può vedere solo attraverso il cuore e alla Don Milani il cuore è grande!