Il significato dietro l’opera del Liceo Artistico di Squillace Lido
La classe 1ª A del Liceo Artistico Design di Squillace Lido, appartenente all’Istituto Superiore Ettore Majorana di Girifalco, è stata premiata con il primo posto al Concorso scolastico nazionale AIFO – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau – grazie all’opera “Abbattere i muri IN-VISIBILI”. La cerimonia di premiazione della tredicesima edizione si è tenuta online martedì 30 maggio. Durante la trasmissione, coordinata dalla referente AIFO Clelia Faraone, hanno preso parte il dirigente scolastico Tommaso Cristofaro, la professoressa Monica Vescio, referente del progetto, e le ragazze della classe vincitrice. La presentazione dei lavori premiati ha creato un emozionante momento di confronto e condivisione che ha coinvolto gli studenti delle scuole partecipanti. Il tema di quest’anno si ispira alla frase di Raoul Follereau: “Un paese non è grande perché è forte; un paese non è grande perché ricco; un paese è grande solo se è capace di molto amore e capace di costruire percorsi di giustizia e di pace”. A partire da questa tematica, oggetto di un brainstorming dell’intera classe, sono emerse le prime idee: un “sud” e un “nord” del mondo, povertà e ricchezza contrapposte e separate dal muro della diversità di opportunità per i giovani. L’obiettivo era abbattere le differenze partendo da noi stessi e dal nostro contributo personale. Durante la fase di progettazione e realizzazione, i temi condivisi sono stati elaborati graficamente in diversi bozzetti, realizzati con tecniche, materiali e linguaggi espressivi differenti. Si è lavorato sulla trasposizione dei contenuti concettuali in immagini che avessero un impatto visivo equivalente e sulla fattibilità della realizzazione. Dopo aver definito gli elementi grafici principali e completato il bozzetto finale composto da quattro blocchi rappresentativi, quattro gruppi di lavoro hanno proseguito con l’esecuzione pratica. Ogni studente ha dipinto il proprio blocco, contribuendo così alla realizzazione dell’opera finale, creata con una tecnica mista.
L’opera, dal forte contenuto simbolico, racconta la complessità dell’ “uguaglianza tra i popoli e le persone” e la “lotta alle diseguaglianze e alle discriminazioni”, tematiche che per alcuni sono scontate e sottovalutate, ma che rappresentano diritti negati per molti. Combattere per difendere o affermare i propri diritti richiede forza, tenacia e coraggio, tutte qualità necessarie per esprimere e realizzare l’ideale di uguaglianza per tutti.
L’opera è concepita come la fusione di due scenari: uno rappresenta un ambiente povero e degradato che richiama le favelas del mondo latino-americano, mentre l’altro rappresenta un ambiente ricco, ultramoderno e tecnologicamente avanzato. I due mondi opposti sono allo stesso tempo legati e separati da un muro che simboleggia l’impenetrabilità reciproca, l’assenza di incontri tra coloro che vivono in uno o nell’altro mondo e, in definitiva, la mancanza di opportunità e speranza per coloro che vivono nella povertà, nell’insicurezza e nella precarietà, di accedere a una vita migliore e dignitosa.