Ritorno a scuola: c’è voglia di ripartire dopo questa “sospensione della vita”

ritorno a scuola, scuola dad protesta Torino
ritorno a scuola, scuola dad protesta Torino

Il ritorno a scuola, sicuro, sereno e soprattutto definitivo, sembra al momento un obiettivo difficile da raggiungere. Da oramai quasi un anno stiamo assistendo ad una rivoluzione del modo di “andare a scuola” generata da una emergenza sanitaria epocale. Una fase dunque, quella che stiamo affrontando, destinata a rimanere scritta nei libri di storia.

A proposito di libri, chissà quando gli studenti, tutti, appartenenti a scuole di ogni ordine e grado, potranno ritornare a sfogliare pagine di libri, diari, quaderni, dispense, seduti accanto al proprio compagno, alla propria compagna di banco, collega, senza prescrizioni particolari da seguire, in maniera del tutto naturale, “normale”. Tutto questo, prima quotidianità, ora sembra un sogno.

Voglia di ritornare a scuola

Ma, anche con tutte le precauzioni, gel igienizzante, uso della mascherina e distanziamento, c’è voglia di ritornare a scuola. Che sia un’aula di una scuola elementare, o un’aula universitaria, o un’aula di una scuola superiore, c’è voglia nell’aria di riprendersi ciò che è proprio per diritto: lo studio.

Le iniziative degli studenti

Gli studenti sparsi nel nostro Paese, tra il 2020 e il 2021 hanno fatto sentire le loro voci, occupando le scuole, creando sit-in, proteste, movimenti e gruppi sui social. Unico obiettivo: rivendicare la loro volontà di ritornare ad essere protagonisti attivi della scuola. La volontà è il ritorno a scuola in presenza, con una didattica faccia a faccia, in grado di fornire relazione, oltre che istruzione.

ritorno a scuola, scuola dad protesta Torino
Ritorno a scuola, dad protesta Torino

Perché parliamoci chiaro, non c’è niente di più istruttivo che il relazionarsi con l’altra persona, sia essa il proprio docente, sia essa il proprio compagno, compagna, collega.

E allora ragazze e ragazzi sono stufi di essere relegati in una stanza con un computer davanti ai loro occhi, isolati dal mondo con le loro cuffiette all’orecchio. C’è bisogno di uno scambio bilaterale, per un apprendimento attivo che sia frutto di un confronto, fatto non solo di click ma fatto anche di sguardi, di espressioni non verbali, di contatto umano, che di certo la didattica a distanza non può offrire.

Ritorno a scuola: sicurezza, trasporti screening

Ecco che allora gli studenti pretendono a voce alta il riorno a scuola e chiedono allo Stato investimenti di risorse maggiori per implementare la sicurezza, i trasporti e gli screening.

E allora a partire dal mese di febbraio tutte le scuole d’Italia (molte in diverse regioni hanno riaperto le loro porte già nel mese di gennaio) si prestano a riaccendere i motori, con non poche preoccupazioni ed incongruenze. Si pensi alle diverse ordinanze regionali e relative sentenze del Tar. Ecco che allora la ripresa della scuola ha un colore e una data differente a seconda della regione in cui si vive.

Il ritorno a scuola in Calabria

La scuola in Calabria dovrebbe riprendere, si spera senza intoppi, l’1 febbraio (data che interessa soprattutto gli studenti delle scuole superiori).

Si spera senza intoppi, eh sì perché nella serata di ieri, il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, con una comunicazione facebook ha dichiarato di voler introdurre un’ordinanza regionale con cui si introdurrebbe una didattica integrata a chi ne faccia richiesta.

«Gli esperti del Governo, tra cui il professor Galli, dicono che nel momento in cui apriranno le scuole, i contagi aumenteranno del 24%». Ha detto Spirlì.

Dunque, in attesa ad oggi, sabato 30 gennaio 2021, di un’ordinanza regionale ufficiale, le dichiarazioni del presidente f.f. Spirlì, hanno gettato nel caos studenti, genitori e anche le stesse scuole che in queste settimane stavano cercando di organizzarsi al meglio per ottimizzare orari, scaglionamenti di ingresso ed uscite, didattica integrata.

Riprendere dunque a occupare le aule a ridosso della data dell’1 febbraio indicativa di ripartenza per le scuole superiori, è ancora sinonimo di incertezza.

È auspicabile però un punto di incontro da direttive a livello nazionale ed ordinanze a livello locale. C’è bisogno di iniziare a convivere con questo Covid-19, per davvero però, perché fino ad ora sembra che la “convivenza” con questo virus non abbia funzionato nei fatti, almeno nel nostro paese.

Sembra essere arrivato il momento di dire “basta” a questa “sospensione della vita”. Bisogna ripartire e riappropriarsi della vita in tutti i settori, a cominciare dalla scuola. Bisogna riappropriarsi di quella risorsa immateriale che pure dà così tanto ricchezza al nostro Paese: la cultura.

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