Scuola e Shoah: Soveria M.lli vince con la pièce “La Valigia”

Lapide esposta al liceo Giulio Cesare di Roma (fonte: la voce di New York)

Nel 2012, Rubettino Editore, splendida realtà calabrese di Soveria Mannelli, ha pubblicato un libro dal titolo “Vedere l’altro, vedere la Shoah“. Il libro ha avuto come sottotitolo: Auschwitz, 27 gennaio 1945, temi, riflessioni, contesti: studi sulle arti figurative, il teatro, l’archeologia e il Museo.

Secondo Paolo Coen e citando Theodor AdornoScrivere una poesia, recitare un brano teatrale o dipingere un quadro dopo Auschwitz equivarrebbe a commettere un crimine etico:«un atto di barbarie»“.

La Shoah ha infatti ispirato film, romanzi e altre opere d’arte. Sebbene alcune abbiano avuto dei limiti, hanno però cercato di trasmettere alle giovani generazioni il ricordo di fatti storici orribili.

E Soveria Mannelli, comune in provincia di Catanzaro, continua a essere una realtà che, tra arte e celebrazioni ufficiali, fa parlare di sé non solo in Calabria. Infatti, è sempre in prima fila per promuovere iniziative legate proprio alla seconda guerra mondiale che sono apprezzate e anche premiate fuori dai confini della nostra Regione.

La Scuola “Gianni Rodari” si classifica prima per il ricordo della Shoah e dei fratelli Finzi

La Scuola Secondaria di Primo Grado di Soveria Mannelli e di Carlopoli si è classificata al primo posto al concorso nazionale “Fratelli Finzi”, indetto dalla Fondazione “Museo della Shoah” di Roma e dal Liceo Classico “Giulio Cesare” di Roma. La scuola ha partecipato con l’opera teatrale “La valigia“.

La premiazione avverrà lunedì 15 giugno 2020 alle ore 10,30 in videoconferenza. Saranno con noi anche gli studenti e i docenti dell’I.C. Casalinuovo di Catanzaro, anche loro premiati, con i quali da diversi anni condividiamo il Progetto Memoria.


Il concorso è dedicato a Luciana ed Enrico Finzi, fratelli che a causa Leggi Razziali del 1938, furono espulsi dalla scuola di appartenenza: Liceo “Giulio Cesare”. Il 16 ottobre 1943, nel corso della razzia nazista a Roma, furono catturati, arrestati e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau, ove furono selezionati e immediatamente avviati alla camera alla camera a gas e assassinati il 23 ottobre 1943.


Il progetto intende ricordare la loro tragica vicenda promuovendo nelle scuole un percorso di ricerca, studio e memoria sul tema della Shoah, ritenendo che, sotto il profilo didattico, l’insegnamento della Shoah sia a fondamento della nostra storia, della nostra cultura e di un’etica civile condivisa, intrecciando quindi funzione conoscitiva ed etica
.”

La storia del dramma teatrale (riportiamo integralmente la sinossi del prof. Corrado Plastino e autore della stessa) è la seguente: “Una nonna racconta alla nipote la storia della sua vita, da quando, il 1926, si sono conosciuti i suoi genitori, fino a quando, a 13 anni, si innamora di un ragazzo ebreo che frequenta la sua stessa scuola e che, a causa delle leggi sulla razza del 1938, non potrà più vedere. Il punto culminante della narrazione riguarda la cattura degli ebrei romani (16 ottobre del 1943) e la loro deportazione ad Auschwitz.”

Una realtà scolastica calabrese attiva da molti anni

Oltre all’opera drammatica scritta da Corrado Plastino e che verrà premiata lunedì prossimo, da diversi anni, il plesso scolastico si è impegnato nel promuovere iniziative. Queste sono finalizzate a non dimenticare eventi storici che hanno avuto un impatto importante anche nei decenni successivi fino ai giorni nostri.

Già nel 2015, l’Istituto comprensivo aveva organizzato, in collaborazione con il Centro di cultura ebraica di Roma, un incontro con Miriam dell’Ariccia. In occasione de “il giorno della memoria”, l’iniziativa si faceva rientrare in un “percorso del ricordo” al fine di sensibilizzare gli allievi e le loro famiglie a tematiche legate alla Shoah e alla storia del secolo scorso.

Miriam Dell’Ariccia aveva raccontato come avvenne il rastrellamento del ghetto di Roma durante la seconda guerra mondiale. Era piccolissima quando la sua famiglia riuscì a scampare alla deportazione nel 1943. Sfuggirono grazie a una persona che venne insignita dallo Stato di Israele “Giusta tra le Nazioni“. 

Inoltre, nel 2015, gli stessi alunni furono anche ospiti a Lucca per ricordare i fatti drammatici legati alla città nel 1944. L’incontro fu elaborato in sinergia con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in occasione del 70^ anniversario della Liberazione.

Il teatro come forma di comunicazione sul tema della Shoah

Sempre in quell’occasione, rappresentarono presso il FestivalTeatroScuola di Altomonte, un’opera intitolata “I due soli di Hiroshima” ricordando la terribile esplosione atomica del 1945. La pièce teatrale fu realizzata in sinergia con la Scuola Giapponese di Roma.

Ma non finisce qui. Nel 2019, il Sindaco di Soveria Mannelli aveva intestato un piazzale a Thomas Sankara, il primo presidente del Burkina Faso, assassinato nel 1987.

L’iniziativa di valore pedagogico si collegava all’intitolazione della strada che conduce alla locale scuola media. Anni prima, il Comune aveva dedicato la via a Oskar Shindler: l’imprenditore tedesco che durante la seconda guerra mondiale aveva salvato  più di mille ebrei dallo sterminio della Shoah.

Queste iniziative rivestono grande valenza educativa. Esse accompagnano gli studenti e il pubblico alla riflessione su una tragedia che ha segnato profondamente un periodo storico che va dal 1940 al 1945.

C’è la necessità di preservare la memoria. Il dogma è “per non dimenticare” allo scopo di costruire coscienze nelle nuove generazioni. Ma non solo. Dovrebbero formare anche una maggiore tolleranza e portare a una convivenza civile.

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